La certificazione della parità di genere è un riconoscimento che attesta l’impegno di un’azienda nel promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne sul posto di lavoro. Questo strumento, introdotto in Italia dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e regolato dalla UNI/PdR 125:2022, mira a ridurre il divario di genere attraverso politiche concrete in ambiti come retribuzione, opportunità di carriera, conciliazione vita-lavoro e inclusione. Ottenere la certificazione non solo migliora la reputazione aziendale, ma offre anche vantaggi economici, come sgravi contributivi e punteggi premiali negli appalti pubblici.
Per tali motivi la richiesta per ottenere questa certificazione continua a crescere tanto che, durante l'ultimo Bando nazionale – Contributi a fondo perduto per ottenere la certificazione, sono state oltre 1600 le domande pervenute. A seguito di ciò è stato lanciato un nuovo avviso pubblico per la concessione di contributi per l’ottenimento della certificazione della parità di genere.
Il bando per la certificazione della parità di genere
“La Certificazione della parità di genere ha suscitato grande interesse e si sta diffondendo con grande velocità; ciò a riprova dell’importanza che le aziende e le organizzazioni in generale del nostro Paese attribuiscono al ruolo delle donne nel mondo del lavoro" osserva la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.
Ma entriamo nel dettaglio del bando.
La prima grande novità di questo nuovo bando è che potranno partecipare anche i soggetti in possesso di Partita Iva.
Il contributo complessivo messo ora a disposizione è pari a circa 2,5 milioni di euro e prevede due linee di agevolazioni:
a) per l’assistenza tecnica e accompagnamento è prevista l’assegnazione di un contributo per ciascun soggetto (imprese e professionisti) fino a 2.500 euro sotto forma di servizi (supporto all’utilizzo dei tools informativi, azioni di affiancamento erogate da esperti appositamente selezionati per l’implementazione del Sistema di gestione per la parità di genere, per il monitoraggio degli indicatori di performance e la definizione degli obiettivi strategici e per la pre-verifica della conformità del Sistema di Gestione). Tali servizi sono finalizzati a trasferire ai beneficiari della misura competenze specialistiche e strategiche per la certificazione della parità di genere;
b) per il rilascio della certificazione è prevista l’assegnazione di contributi fino a 12.500 euro sotto forma di servizi di certificazione della parità di genere erogati dagli Organismi di certificazione iscritti nell’apposito Elenco.
Il bando è una misura del PNRR a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, realizzata in collaborazione con Unioncamere in qualità di soggetto attuatore. Le piccole e medie imprese e le microimprese, ma anche le partite IVA, che intendono iscriversi hanno tempo fino alle ore 16 del 18 aprile 2025.
I numeri del primo bando per la certificazione della parità di genere
Il primo bando, conclusosi a marzo 2024, prevedeva un contributo pari a 4 milioni per la certificazione della parità di genere che, essendosi esaurito in poco tempo, è stato integrato con ulteriori fondi PNRR per un totale di circa 5,5 milioni di euro. Sono state infatti 1.699 le imprese a richiederlo, di cui il 39% proveniente dal Nord, il 33% dal Mezzogiorno e il 28% dal Centro. In particolare Roma ha registrato il più alto numero di candidature (246), seguita da Napoli (84), Milano (77), Torino (68) e Bari (56). I settori presenti erano molteplici con una prevalenza delle attività professionali, attività manifatturiere, sanità e assistenza sociale e servizi di informazione e comunicazione.
Alla fine 1.400 di queste imprese sono state autorizzate alla concessione dell’agevolazione e dovranno portare a termine il percorso di certificazione entro maggio 2025.
“Il cambiamento verso le pari opportunità è decisamente avviato nel nostro sistema economico. L’alto numero di adesioni all’avviso pubblicato un anno fa, superiore anche alle nostre attese, dimostra l’attenzione delle nostre imprese alla promozione della trasparenza dei processi lavorativi, alla riduzione del gender pay gap, alla conciliazione vita-lavoro”, ha dichiarato il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete.