Secondo la 20a edizione del Global Risks Report 2025 del World Economic Forum (WEF), i rischi ambientali, insieme ai conflitti armati e alla disinformazione, rappresentano le principali minacce a lungo termine. Tra questi, gli eventi meteorologici estremi, la perdita di biodiversità, il collasso degli ecosistemi, le trasformazioni critiche nei sistemi terrestri e la scarsità di risorse naturali si collocano ai vertici delle preoccupazioni per il prossimo decennio.
Per cercare di dominare possibili rischi e cambiamenti in atto diventa fondamentale, ora più che mai, riuscire a formare professionisti esperti. Lo confermano anche i numeri del Future of Jobs Report 2025 del WEF che inserisce i green jobs tra le professioni emergenti più promettenti. Quasi la metà dei datori di lavoro intervistati (47%) infatti prevede che l’intensificazione degli sforzi e degli investimenti per ridurre le emissioni di carbonio sarà un fattore chiave per la trasformazione organizzativa.
L’importanza di sviluppare competenze
Il rapporto, che si basa sui dati di oltre 1.000 aziende, rileva che il divario di competenze continua a essere l'ostacolo più significativo alla trasformazione aziendale al giorno d’oggi, con quasi il 40% delle skill richieste sul posto di lavoro destinate a cambiare e il 63% dei datori di lavoro che citano lo skill gap già come il principale ostacolo da affrontare.
Stando alle previsioni, le competenze tecnologiche in intelligenza artificiale, big data e sicurezza informatica vedranno una rapida crescita della domanda, ma le competenze umane, come il pensiero creativo, la resilienza, la flessibilità e l'agilità, rimarranno fondamentali.
Per quanto riguarda i green job, invece, mentre i Paesi cercano di raggiungere gli obiettivi climatici, sorgono interrogativi sul fatto che le loro forze lavoro siano dotate delle competenze necessarie per soddisfare le esigenze di un futuro a emissioni nette zero.
Future of Jobs Report 2025: i green job emergenti
Nonostante un aumento globale del 12% dei lavoratori che acquisiscono green skill registrato tra il 2022 e il 2023, la domanda continua a superare l'offerta tanto che il numero di annunci di lavoro che richiedono almeno una competenza verde è aumentato di quasi il 22% nello stesso periodo.
Secondo le stime infatti l’adattamento ai cambiamenti climatici sarà il terzo maggiore contributore alla crescita netta dei posti di lavoro a livello globale entro il 2030, con una proiezione di 5 milioni di nuovi posti di lavoro netti con la mitigazione dei cambiamenti climatici che da sola creerà 3 milioni di nuovi posti di lavoro netti. Le tendenze legate alla generazione, allo stoccaggio e alla distribuzione dell'energia dovrebbero creare invece 1 milione di posti di lavoro netti.
Ma quali sono i lavori in più rapida crescita? Secondo lo studio i cambiamenti climatici stanno spingendo soprattutto ruoli come specialista in veicoli autonomi ed elettrici, ingegnere ambientali e ingegnere per le energie rinnovabili che sono oggi tra i 15 lavori in più rapida espansione.
La crescita di questi ruoli è trainata soprattutto dall'aumento degli sforzi e degli investimenti per ridurre le emissioni di carbonio e adattarsi ai cambiamenti climatici ma anche dalla crescente adozione di tecnologie per la generazione, lo stoccaggio e la distribuzione dell'energia, insieme ad altre tendenze tecnologiche.
Il futuro del lavoro in Italia
Guardando nello specifico all’Italia, entro il 2030, i datori di lavoro prevedono una trasformazione dei modelli di business in risposta all’aumento degli sforzi per la mitigazione climatica, alla continua digitalizzazione e al crescente costo della vita. In particolare, il 70% degli intervistati si aspetta cambiamenti dovuti agli investimenti per ridurre le emissioni di carbonio, rispetto a una media globale del 47%.
Nello specifico i datori di lavoro in Italia prevedono una crescita netta dell’occupazione per ruoli come ingegnere robotico, ingegnere per le energie rinnovabili e ingegneri ambientali, alimentando una crescente domanda di competenze in ambiti come l’intelligenza artificiale, le reti, la cybersicurezza e la gestione ambientale.
Per adattarsi a queste tendenze e non rimanere indietro, l’85% degli intervistati intende migliorare le competenze della propria forza lavoro, mentre il 73% pianifica di potenziare la forza lavoro attraverso l’integrazione di tecnologie avanzate.