Rapporto di Primavera 2025 ASviS, una guida strategica per l’Italia sostenibile tra crisi globale e visione trasformativa

Il documento dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile fotografa un’Italia in bilico e propone un Piano di Accelerazione Trasformativo. Dati, scenari e politiche per un futuro equo e prospero, in risposta alle crisi globali che minacciano la coesione tra i popoli

Di Simona Politini

Ricerche e Pubblicazioni - Pubblicato il 07-05-2025

"Scriviamo questo testo a pochi giorni dalla scomparsa di Papa Francesco, mentre il mondo è scosso da guerre e da sofferenze indicibili, la democrazia stessa e il principio di solidarietà tra i popoli, alla base della convivenza pacifica tra le nazioni, vengono messi in discussione. La nostra società sembra andare ad una velocità difficile da governare e in una direzione che contrasta con il desiderio di pace e di prosperità che emerge dalle persone, in tutto il mondo. Ci troviamo spesso colti dalla paura del futuro. Ma è proprio ora che dobbiamo coltivare una speranza tenace, capace di tradursi in azione e cambiamento, guardare lontano, verso il futuro, creare comunità e relazioni, senza lasciare nessuno indietro".  Con queste parole, nero su bianco, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, Presidenti dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, aprono il Rapporto di primavera 2025 ASviS. Un'esortazione accorata, nella consapevolezza che "su questa barca ci siamo tutti, tutti chiamati a remare insieme" tra le crisi del mondo.

Ed è proprio con un video ricordo di Papa Francesco e del suo abbracciare un concetto di ecologia integrale nel quale natura, società, istituzioni, agiscano in maniera interconnessa riconoscendo lo stretto legame tra crisi ambientale e crisi sociale, che si è aperto oggi ufficialmente a Milano il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, nel quale sono stati presentati i risultati del rapporto a seguire sintetizzati. 

Il Rapporto di Primavera 2025 ASviS, verso la strada per uno sviluppo sostenibile 

Centoquaranta pagine divise in quattro capitoli per raccontare la fotografia di un'Italia che fatica a percorrere il sentiero dello sviluppo sostenibile – come ha spiegato il direttore scientifico Enrico Giovannini nella presentazione del Rapporto –, incerta davanti a un bivio: decidere se mollare o accelerare. Come faro a cui affidarsi nella scelta la luce dei tanti e tanti dati raccolti dal Rapporto di Primavera 2025 ASviS i quali, senza eccezioni, provano a tutto il tessuto imprenditoriale che essere sostenibili conviene anche dal punto economico e come la scelta per la decarbonizzazione e per l’economia circolare offra al nostro Paese grandi opportunità: una maggiore autonomia e costi più bassi dell’energia; più elevata competitività (indispensabile anche per reagire ai dazi e alle guerre commerciali), redditività e solidità finanziaria delle imprese; maggiore sviluppo ed equità sociale; miglioramento della condizione della finanza pubblica. 

Gli studi, già disponibili e citati nel Rapporto, dimostrano infatti che le imprese italiane che investono in sostenibilità aumentano la produttività, la competitività e la solidità finanziaria. Ad esempio, se il 34,5% delle PMI e il 73,8% delle grandi imprese sono già impegnate in attività di tutela ambientale, quelle manifatturiere sostenibili registrano una produttività più alta del 5-8% rispetto alle altre. Quasi il 50% delle imprese italiane ha adottato almeno una pratica di economia circolare con risultati finanziari migliori, maggiori investimenti e minore indebitamento. Il 92% delle imprese familiari e l’89% delle non familiari riconosce che integrare la sostenibilità nel business porta benefici, a partire dalla reputazione e fiducia nel brand: per questo è tra gli obiettivi prioritari dei prossimi tre anni.

A livello globale, tuttavia, il contesto si complica, come mostrato nel primo capitolo del Rapporto: la crisi del multilateralismo, la disinformazione e il ritorno dei nazionalismi minacciano gli sforzi collettivi per affrontare le grandi sfide comuni, compresa quella climatica e quella sociale. L’Italia e l’Europa sono ad un bivio storico: continuare con interventi timidi o scegliere di guidare la trasformazione con scelte coraggiose e sistemiche. Anche alla luce dell’analisi delle politiche pubbliche condotte nel 2024, dello stato del PNRR e dei contenuti dell’ultima Legge di Bilancio, l’ASviS ribadisce che per il nostro Paese sarebbe un grave errore rinviare le scelte che vanno fatte oggi: infatti, nello scenario “Transizione Tardiva”, le conseguenze per l’economia italiana sarebbero decisamente negative (il Pil sarebbe inferiore a quello tendenziale del 2,4% nel 2035), mentre nello scenario “Catastrofe Climatica” nel 2050 esso si ridurrebbe del 23,8%, con una tendenza all’ulteriore peggioramento nella seconda parte del secolo.

L’ASviS evidenzia la necessità e l’urgenza di elaborare un Piano di Accelerazione Trasformativo (PAT), già promesso dall’Italia in sede Onu nel 2023, e i cui contenuti (economici, sociali, ambientali e istituzionali), sono individuati e dettagliati nel quarto capitolo del Rapporto, grazie alla competenza degli oltre mille esperti che operano nei Gruppi di lavoro dell’ASviS in rappresentanza delle oltre 320 organizzazioni che ad essa aderiscono. Del resto, la transizione sostenibile non è solo un’opportunità economica, ma anche un impegno che affonda le sue radici nella Costituzione italiana, soprattutto dopo le modifiche intervenute nel 2022, anche grazie all’attività dell’ASviS. Le oltre 1200 iniziative inserite a oggi nel cartellone del Festival dello Sviluppo Sostenibile sono la testimonianza di una mobilitazione capillare e senza precedenti sui temi dello sviluppo sostenibile.

I 4 Capitoli del Rapporto di Primavera 2025 ASviS

I rischi per l’attuazione dell’Agenda 2030. Il quadro internazionale ed europeo 
Non solo dunque un quadro sintetico di ciò che sta accadendo a livello globale ed europeo in questo momento – i continui colpi assestati al dialogo multilaterale, l’uso sistematico di fake news e l’attacco senza precedenti a scienziati e a istituzioni accademiche, l’avvio di guerre commerciali, la cancellazione di politiche per l’inclusione sociale e la transizione ecologica –, ma, nel Capitolo 1, il Rapporto si spinge a guardare ciò che potrebbe accadere per il mondo e il nostro Paese al 2035 e fino al 2050. 

Gli scenari al 2035 e al 2050 per l’Italia: l’impatto della transizione ecologica sui diversi settori produttivi 
Il Capitolo 2 illustra un’analisi originale, condotta con il centro di ricerca Oxford Economics, sull’impatto della transizione energetica sui settori dell’economia italiana, in particolare dell’industria, analizzando i costi e i benefici di diversi scenari, da quello catastrofico dovuto all’incapacità di mitigare la crisi climatica a quello di profonda trasformazione del sistema economico all’insegna della decarbonizzazione, da conseguire nel 2050.

Le politiche nazionali per lo sviluppo sostenibile
Ovviamente, le politiche pubbliche e la finanza devono accompagnare questi processi così complessi: purtroppo, l’analisi della legislazione italiana dell’ultimo anno (Capitolo 3) non mostra quel cambio di passo necessario a recuperare i ritardi dell’Italia rispetto agli SDGs evidenziati nel Rapporto ASviS di ottobre. Il Piano Strutturale di Bilancio, la Legge di Bilancio per il 2025, la rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) appaiono occasioni mancate per imprimere quelle svolte necessarie per portare il nostro Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile e ridurre le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali che lo caratterizzano. 

Come costruire un Piano di accelerazione trasformativa per attuare in Italia l’Agenda 2030
Eppure, si sarebbe ancora in tempo, pur nelle difficoltà indotte dal quadro geopolitico globale, a cambiare direzione. E sappiamo anche cosa si dovrebbe fare e come farlo: semplicemente, per così dire, basterebbe seguire quanto previsto dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile adottata dal Governo italiano il 18 settembre 2023 in occasione del Summit ONU dei Capi di Stato e di Governo proprio sull’attuazione dell’Agenda 2030, e fare quello che, nello stesso giorno e nel medesimo Summit, il Governo italiano si è impegnato a fare, cioè predisporre un “Piano di accelerazione” per l’Italia, al disegno del quale è dedicato il Capitolo 4, anche alla luce delle raccomandazioni degli scienziati internazionali e delle proposte formulate dall’ASviS nell’ultimo biennio. 

 


Potrebbe interessarti

Contatti

redazione@osservatoriobilancisostenibilita.it

Ricevi la nostra newsletter

Redazione

Valentina Cinnirella

Direttrice responsabile

Simona Politini

Vicedirettrice responsabile

Osservatorio Bilanci Sostenibilità è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano n. 4326/2023

Futurea S.r.l.
Piazza degli Affari 3 | 20123 - Milano (MI)
P.IVA 15942371004 | Cap. sociale € 165.629,55 i.v