Ieri, 10 settembre 2024, nella Gazzetta Ufficiale n. 212, è stato pubblicato il Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024, che recepisce la Direttiva 2022/2464/UE, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Questo decreto introduce l'obbligo di rendicontazione di sostenibilità per le imprese, estendendo la portata delle informazioni da fornire agli investitori e agli stakeholders, includendo dati relativi all'impatto ambientale, sociale e di governance (ESG). La rendicontazione di sostenibilità diventa così uno strumento strategico fondamentale per promuovere pratiche aziendali sostenibili e per il successo a lungo termine delle imprese nell’economia verde emergente.
Ambito di applicazione e obblighi di rendicontazione della CSRD
Il decreto attuativo della CSRD si applica a tutte le grandi imprese, le società madri di grandi gruppi, e le PMI quotate, escludendo le microimprese. In particolare, rientrano tra i soggetti obbligati le società per azioni, le società in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società in nome collettivo e le società in accomandita semplice, nonché le imprese di assicurazione e gli enti creditizi, esclusa la Banca d’Italia.
Dal 1° gennaio 2024, la rendicontazione obbligatoria si applicherà alle imprese quotate in borsa che superano due dei seguenti criteri: un totale attivo di bilancio superiore a 25 milioni di euro, ricavi netti superiori a 50 milioni di euro, o oltre 500 dipendenti. Dal 1° gennaio 2025, l'obbligo si estenderà alle imprese non quotate con criteri simili, ampliando così il numero di aziende soggette alla normativa a circa 7.000 solo in Italia. Dal 2026, l’obbligo si applicherà anche alle PMI quotate (numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: non inferiore a 11 e non superiore a 250) e, dal 2028, alle imprese di Paesi terzi che generano ricavi nell'Unione Europea superiori a 150 milioni di euro.
Contenuti della rendicontazione di sostenibilità
Le imprese dovranno includere nella rendicontazione di sostenibilità una serie di informazioni dettagliate relative al proprio modello di business e strategia aziendale, indicando la resilienza rispetto ai rischi legati alla sostenibilità, le opportunità connesse, e i piani di transizione verso un'economia sostenibile. Sarà necessario descrivere anche il ruolo degli organi di amministrazione e controllo, la presenza di sistemi di incentivi ESG, le procedure di due diligence adottate, i rischi principali e le dipendenze aziendali legate alle questioni di sostenibilità, nonché le politiche aziendali in materia.
Inoltre, le imprese dovranno adottare gli standard di rendicontazione europei (ESRS) per garantire la comparabilità delle informazioni e sottoporre il report a un'assicurazione di conformità da parte di un revisore legale, che ne valuterà la coerenza con gli standard richiesti.
Innovazioni tecnologiche e accesso alle informazioni
La rendicontazione di sostenibilità dovrà essere integrata nella relazione sulla gestione e redatta in formato elettronico unico europeo (XHTML), con marcature XBRL, per consentire una maggiore fruibilità e l'accesso alle informazioni attraverso il Punto di Accesso Unico Europeo (ESAP) in fase di realizzazione. Le informazioni dovranno essere pubblicate anche sul sito internet della società o, in alternativa, rese disponibili in formato cartaceo su richiesta.
Implicazioni e opportunità della CSRD per le imprese
La CSRD comporterà per le imprese un aumento del carico amministrativo, soprattutto nella fase di raccolta e rendicontazione dei dati ESG. Ciò rappresenta un potenziale rischio reputazionale e di conformità per le aziende che non gestiscono adeguatamente questi obblighi. Tuttavia, una rendicontazione trasparente migliora i rapporti con investitori e stakeholders, facilitando l’accesso ai mercati dei capitali e rafforzando la reputazione aziendale.