Le aziende quotate hanno anticipato gli obblighi normativi della direttiva CSRD

Il 70% delle large cap e il 49% delle mid-cap quotate su Euronext sono già conformi alla direttiva CSRD. Le imprese migliorano su emissioni, energie rinnovabili e inclusione

Di Arianna De Felice

Ricerche e Pubblicazioni - Pubblicato il 30-09-2024

Da poco meno di due settimane, nel nostro Paese la direttiva CSRD è stata definitivamente approvata dal Consiglio dei Ministri e pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Nel mentre che attendevano aggiornamenti ufficiali dalla burocrazia, però, le aziende non sono rimaste in attesa tanto che, stando a diversi studi, sono in molte che hanno già recepito gli obblighi normativi inseriti nella direttiva. Secondo il Euronext ESG Trends Report 2024, per esempio, il 70% delle large cap e il 49% delle mid-cap si sono già allineate ai nuovi obblighi di rendicontazione. I dati ovviamente risalgono ad analisi effettuate prima dei più stringenti parametri normativi introdotti a settembre ma, secondo le analisi, il dato totale delle large cap quotate che dovranno attenersi alla CSRD è di poco superiore a quante già lo fanno (82%) 

Come le imprese quotate stanno recependo la direttiva CSRD

Diversi sono i punti analizzati nel report di Euronext a cominciare dalle emissioni e consumi energetici delle aziende interessate. Il primo dato che emerge, dunque, sottolinea che le imprese hanno ridotto i GHG  (Greenhouse Gas, in italiano gas a effetto serra) con una diminuzione media del 14% nelle emissioni di Scope 1 e 2 negli ultimi tre anni. Diverso è, invece, il discorso per le emissioni di Scope 3 dato che, come sappiamo, sono le più difficili da reperire in quanto interessano tutta la catena del valore. Non è chiaro dunque di quanto si siano ridotte le emissioni di Scope 3 ma si può affermare che c’è stato un forte aumento (pari a circa il 57% rispetto al 2020) della rendicontazione di tali emissioni.

Andando a vedere nel dettaglio se le large cap erano già avanti nella rendicontazione delle emissioni, anche le mid cap stanno compiendo notevoli passi in avanti migliorando non solo la trasparenza, ma anche riducendo in maniera significativa il numero di emissioni che vengono rilasciate nell’ambiente.

A trainare la diminuzione delle emissioni, infatti, sono state proprio le mid-cap che da sole hanno ridotto la CO₂ che disperdevano nell’ambiente durante le loro attività del 29%. Questo ha portato a un aumento della rendicontazione dei risultati pari a +10% (almeno per quanto riguarda gli Scope 1 e 2).

Anche la gestione dell'energia è migliorata nelle aziende: grazie a modelli di consumo che si sono evoluti notevolmente, le grandi potenze hanno potuto ridurre la loro intensità energetica del 26%. 

Dati positivi che, anche in questo caso, hanno portato a un aumento della rendicontazione sui temi dell'energia pari al 13%. Infine anche la quota di consumo e produzione di energia rinnovabile è aumentata di 7 punti percentuali, riflettendo un crescente impegno verso pratiche energetiche sostenibili.

Tra i temi caldi in fatto di sostenibilità sociale vi sono anche quelli della diversità, inclusione e gender gap. Argomenti che sembrano interessare sempre più anche le imprese quotate, seppur con una crescita ancora lenta. Nello specifico i dati parlano di un aumento di 2,1 punti percentuali nella diversità di genere nel consiglio di amministrazione dal 2021 (dal 32,5% del 2021 al 34,6% del 2023) e di 1,6 punti percentuali per quanto riguarda le donne in posizioni manageriali.

Metodologia

I dati presentati nell'Euronext ESG Trends Report 2024 derivano dall'ampio database ESG di Euronext che analizza oltre 97.000 dati provenienti dalle 1.729 società quotate di Euronext e che coprono gli anni dal 2020 al 2023. Nello specifico il database si concentra su oltre 50 indicatori quantitativi per emittente, allineati alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), al Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e alla EU Taxonomy. 

 


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