Gender gap nel settore finanziario: più donne nei board, e scende il divario salariale

La presenza femminile nei vertici aziendali europei è in aumento, con l’Italia che raggiunge il 43,1%. Questo progresso si riflette anche nelle retribuzioni, con un calo del gender pay gap

Di Arianna De Felice

Trend e Scenari - Pubblicato il 08-04-2025


Il tema del gender gap è centrale nel dibattito europeo, con le imprese del settore finanziario che si stanno muovendo per migliorare la situazione nei loro consigli di amministrazione (CdA), trainate anche dalle nuove normative. A dirlo sono i dati dell'ultimo EY European Financial Services Boardroom Monitor che ogni sei mesi si occupa di monitorare la situazione dei consigli di amministrazione delle istituzioni finanziarie e assicurative comprese nell’MSCI European Financials Index e di altri
grandi intermediari finanziari.

Gender gap settore finanziario: numero di donne in aumentano nei CdA

Uno dei dati più incoraggianti emersi dallo studio è l'aumento della presenza femminile nei CdA. Secondo l’indagine infatti le quote rosa nei consigli di amministrazione italiani sono arrivate al 43,1% posizionando il Belpaese dietro la Francia (47,9%) e la Spagna (45,1%). A pari merito i Paesi Bassi (43,1%), mentre seguono Germania (40%), Belgio (38,5%) e Svizzera (37,8%).

L'incremento della rappresentanza femminile nei vertici aziendali si riflette anche in un miglioramento delle retribuzioni. In Italia, nello specifico, la remunerazione media è aumentata passando dai 150.323 dollari del 2019 ai 173.894 dollari del 2023, dato che colloca il Belpaese in una posizione intermedia rispetto alle altre economie del continente. Prima dell'Italia si trova la Svizzera (338.621 dollari), seguita dalla Spagna (252.570 dollari) e dal Regno Unito (199.856 dollari); dalla parte opposta della classifica si trovano invece il Belgio (110.534 dollari) e la Francia (83.941 dollari).

Andando a vedere nel dettaglio la differenza tra uomini e donne si sta assottigliando anche per quanto riguarda la remunerazione.

Nello specifico in UE dal 2019 al 2023 la remunerazione delle donne è aumentata del 30% (passando dai 128.912 dollari del 2019 ai 167.421 dollari del 2023) mentre quella degli uomini è cresciuta "solo" del 22,5% (2019: 155.369 dollari – 2023: 190.361 dollari).
In Italia il divario retributivo nel 2023 si attestava intorno al 12% con le donne che hanno guadagnato l'88% del salario mediano degli uomini (contro l’83% del 2019). Un dato particolarmente significativo visto che è il più alto della media europea, pari al 15%, con le donne che hanno guadagnato in media 85 dollari per ogni 100 guadagnati dagli uomini. A trainare la diminuzione del gender pay gap è soprattutto l'aumento della presenza delle quote di rosa in ruoli di leadership come Presidenti di Consigli di Amministrazione o di Comitati Endoconsiliari, passata dal 42,9% nel 2021 al 44,0% nel 2024.

“Negli ultimi cinque anni, la remunerazione mediana delle donne nei consigli di amministrazione in Europa è cresciuta di quasi il 30%, un aumento superiore a quello registrato dai consiglieri uomini. Questo progresso è stato favorito dall'incremento della presenza di donne in ruoli di presidenza dell’organo amministrativo o dei comitati endoconsiliari, dato che testimonia una maggiore
equità e inclusività nei nostri consigli di amministrazione. In Italia, il divario retributivo di genere nei CdA dei servizi finanziari è diminuito al 12%, un dato migliore rispetto alla media europea del 15%. La futura direttiva europea 'Women on Boards' prevista per il 2026 rafforzerà ulteriormente questi progressi, promuovendo una rappresentanza femminile ancora più equilibrata nei ruoli di
leadership”, ha dichiarato Luca Galli, EY Risk Leader, Financial Services.

L'importanza delle competenze tech ed ESG

Un altro fattore determinante per la crescita professionale, specialmente nei ruoli dirigenziali, è la padronanza delle competenze tecnologiche e delle conoscenze ESG. Questi ambiti sono diventati essenziali per affrontare le sfide della trasformazione digitale e della sostenibilità aziendale.
Nei consigli di amministrazione italiani il 14,6% dei consiglieri ha competenze ESG (percentuale che arriva al 23,8% tra i consiglieri nominati negli ultimi 12 mesi) collocando il Belpaese al terzo posto in UE dietro a Francia (20,4%) e Spagna (15,5%). Per quanto riguarda le competenze tecnologiche invece il 24,3% dei membri dei consigli di amministrazione le possiede, dietro solo alla Spagna (28,2%).


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