La formazione aziendale è molto più di un investimento economico: è una scelta strategica che determina il successo a lungo termine delle imprese e il benessere della società. Attraverso la promozione dell'employability, le aziende non solo si preparano ad affrontare le sfide di un mercato in continua trasformazione, ma assumono anche un ruolo di leadership nella costruzione di un futuro più sostenibile e inclusivo, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030.
Per mitigare gli effetti delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 nel 2020 è nato il Fondo Nuove Competenze che si inserisce anche nel Piano Nazionale Nuove competenze previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Giunto alla sua terza edizione, il bando "Competenze per le innovazioni", si focalizza sul supporto ai processi di transizione digitale ed ecologica e sulla creazione di nuova occupazione, riconoscendo contributi ai datori di lavoro per percorsi formativi in questi ambiti.
L'impatto della formazione aziendale sull'Agenda 2030
L'apprendimento permanente nel campo della responsabilità sociale d'impresa è un approccio strategico che porta alla sostenibilità continua e, di conseguenza, al raggiungimento delle prospettive globali del 2030 a livello locale. Questo si traduce in risultati significativi in molteplici aree:
1. Creazione di pari opportunità nelle imprese: attraverso programmi di formazione mirati, le imprese possono accedere a risorse e competenze che le rendono competitive sul mercato.
2. Riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche: fornire accesso alla formazione significa offrire a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro background, le stesse possibilità di crescita professionale. Nel momento, dunque, in cui le aziende investono nella formazione dei propri dipendenti, esse assumono un ruolo attivo nel garantire una società più equa e sostenibile. Questo approccio rafforza il legame tra i dipendenti e l'azienda stessa, creando un ambiente lavorativo dove le persone si sentono valorizzate e supportate nel loro percorso di crescita.
3. Promozione dello sviluppo tecnologico: investire nella formazione significa creare un terreno fertile per lo sviluppo di idee innovative e sostenibili. Il progresso tecnologico è alla base degli sforzi per raggiungere obiettivi legati all’ambiente, come l’aumento delle risorse e l’efficienza energetica. Senza tecnologia e innovazione, non vi sarà industrializzazione, e senza industrializzazione non vi sarà sviluppo.
4. Sostegno alla produzione sostenibile: i programmi di formazione possono includere competenze legate alla sostenibilità ambientale, aiutando le aziende a ridurre il loro impatto ecologico.
5. Costruzione di una comunità inclusiva, forte e sostenibile: la formazione aziendale contribuisce a rafforzare il tessuto sociale e produttivo, promuovendo inclusione e resilienza.
A confermare l’importanza della formazione aziendale è anche una recente indagine svolta da Adecco. Si tratta della Global Workforce of the Future che, nello specifico, ha esaminato il mondo del lavoro dal punto di vista dei lavoratori.
Tra i fattori che sono emersi, la formazione è di vitale importanza per le imprese se non vogliono rischiare di perdere valide risorse.
Secondo lo studio, infatti, una retribuzione equa e lo sviluppo professionale per i lavoratori non sono negoziabili. Il 32% degli intervistati ha ammesso che è in cerca di lavori che siano in grado di offrire competenze utili a rendersi più occupabili in futuro, rispetto al 23% della forza lavoro globale. Inoltre, il 30% cerca un lavoro che investa di più nella riqualificazione e nella formazione, rispetto al 19% della forza lavoro globale.
Per rispondere alle richieste dei lavoratori, Adecco suggerisce alle aziende di orientare la propria strategia verso un’economia basata sulle competenze, piuttosto che sui tradizionali ruoli lavorativi. In questo contesto, è fondamentale che i datori di lavoro collaborino con i dipendenti per sviluppare piani di crescita delle competenze a lungo termine, preparando così una forza lavoro pronta ad affrontare le sfide future.
Come accedere al Fondo Nuove Competenze 3
Ed è proprio per venire incontro alla richiesta di formazione dei dipendenti che nasce la terza edizione del Fondo Nuove Competenze che si impegna a rimborsare il costo delle ore lavorative dedicate alla formazione, offrendo ai dipendenti l'opportunità di acquisire competenze necessarie per adattarsi alle evoluzioni del mercato del lavoro.
Il totale delle ore di formazione aziendale di ciascun lavoratore deve essere tra le 30 e le 150 ore (massimo 20 per i contratti stagionali). Per quanto riguarda gli ambiti prioritari per il potenziamento delle competenze dei lavoratori, in relazione agli interventi di innovazione organizzativa, di prodotto e di processo, riguardano diversi settori strategici. Tra questi vi sono: i sistemi tecnologici e digitali, l’adozione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale, l’economia circolare, la transizione ecologica e l’efficientamento energetico. Inoltre, un'attenzione particolare è rivolta al welfare aziendale e alla promozione del benessere organizzativo.
La dotazione è di 730 milioni di euro a valere sul Programma Nazionale Giovani Donne e Lavoro, così ripartiti tra Regioni e Province autonome: 225.943.198,04 euro alle Regioni più sviluppate (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Province autonome di Bolzano e Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto); 39.928.825,74 euro alle Regioni in transizione (Abruzzo, Marche, Umbria); 464.127.976,21 euro alle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Un milione di euro è poi riservato alle imprese che prevedono la formazione di disoccupati da assumere con contratto stagionale.
Le domande di contributo potranno essere presentate sulla piattaforma di servizi online MyANPAL a partire dal 10 febbraio 2025 fino al 10 aprile 2025.
A chi si rivolge e chi sono i destinatari del Fondo Nuove Competenze
Al bando potranno accedere tutti i datori di lavoro privati, comprese le società a partecipazione pubblica, che abbiano siglato accordi collettivi per la rimodulazione dell’orario a fini formativi.
Il Fondo è destinato nello specifico ai lavorati dipendenti di aziende private, ma include anche altre categorie quali: disoccupati da almeno 12 mesi; lavoratori assunti con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca (apprendistato di terzo livello); disoccupati preselezionati dall'azienda; disoccupati da formare per la successiva assunzione con contratti stagionali.