Supportare i clienti nell'approccio responsabile alla loro vita finanziaria al fine di creare i presupposti per una società più prospera e più equa. È questo il purpose che Fineco intende perseguire attraverso un modello di business incentrato sui valori dell'innovazione, dell'efficienza e della trasparenza, che sono poi anche i pilastri sui quali l’azienda fonda la propria strategia di sostenibilità.
Perché la sostenibilità di Fineco è intrinsecamente legata alla sua natura di banca digitale, e dunque al business. Approfondiamo il tema con Franca Cavalieri D'oro, Head of Sustainability dell’azienda. Insieme andremo a esplorare il ruolo di una banca digitale come Fineco non solo quale innovatore tecnologico, ma anche come modello di riferimento per una sostenibilità digitale efficace.
La sostenibilità ambientale di Fineco
Head of Sustainability Fineco
È ormai ampiamente noto il fatto che la dematerializzazione dei documenti rappresenti un esempio concreto di come la sostenibilità digitale possa trasformare processi tradizionali in chiave ecologica, riducendo gli impatti ambientali e al contempo migliorando la qualità della gestione aziendale.
Tuttavia il digitale pone sfide significative per l'ambiente, in cima a tutte il consumo energetico dei data center (in italiano “centro elaborazione dati” o CED). Fondamentali per l'elaborazione e l'archiviazione dei dati, i data center richiedono enormi quantità di energia per il funzionamento continuo e per il loro stesso raffreddamento. Questo contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, specialmente se l'energia proviene da fonti non rinnovabili. Secondo i calcoli dell’Agenzia Internazionale dell’Energia i data center e le reti di trasmissione dati sono responsabili dell’1% delle emissioni di gas serra legate al consumo energetico.
Quali azioni ha dunque intrapreso Fineco per ridurre l’impatto ambientale relativo all’attività dei CED che si attesta come l’attività più energivora della banca rappresentando il 59% dei consumi di energia elettrica delle sedi aziendali?
«In Fineco adottiamo una politica ambientale già dal 2021 e abbiamo anche certificato il nostro sistema di gestione ambientale con uno standard europeo di eccellenza che è EMAS (Eco-Management and Audit). Questo, ovviamente, ci stimola ad impegnarci a contenere non solo i nostri impatti ambientali diretti, ma anche quelli indiretti come nel caso appunto dei CED che sono gestiti in outsourcing. A ragione di ciò, ci assicuriamo che l'energia dei nostri consumi per la gestione dei provider e dei servizi di data center provenga al 100% da fonti di energia rinnovabile e verifichiamo che i centri elaborazione dati vengano monitorati costantemente attraverso specifici indicatori che ne garantiscono l'efficienza energetica».
Se per quanto riguarda il consumo energetico dei data center si tratta dunque di scegliere responsabilmente il migliore fornitore del servizio, è internamente all’azienda che Fineco mostra in maniera evidente tutto il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale. «In ambito mobilità, ad esempio, sono attive numerose iniziative per incentivare i dipendenti verso una modalità di spostamento a minore impatto ambientale come le scontistiche dedicate su alcuni provider di mobilità sostenibile, oltre alla riduzione degli spostamenti casa-lavoro grazie alla scelta di confermare la modalità del lavoro agile», racconta Franca Cavalieri D’Oro.
Quanto il lavoro agile contribuisca alla sostenibilità ambientale ce lo ricorda uno studio realizzato dalla Cornell University insieme a Microsoft e pubblicato sull’organo ufficiale della United States National Academy of Sciences, la rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. Lo studio afferma che i lavoratori in full remote working potrebbero avere un'impronta di carbonio inferiore del 54% rispetto ai lavoratori in sede, mentre i lavoratori ibridi con due o quattro giornate lavorative a casa possono ridurre le emissioni di gas serra dall'11 al 29% con l'uso di energia in ufficio quale principale fattore che contribuisce all'impronta di carbonio dei lavoratori in sede e ibridi.
Proprio perché, come ci dice lo studio appena citato, è anche all’interno degli edifici aziendali che bisogna agire per ridurre l’impronta carbonica, da qualche anno, l’edificio che ospita la sede Fineco, di proprietà della stessa banca, è oggetto di una ristrutturazione volta a migliorare la gestione degli spazi sulla base dei nuovi modelli di lavoro e il livello di efficienza energetica. Rientra in questo progetto la creazione dell’Area Wellbeing aperta nel dicembre 2022, uno spazio ampio 600 mq dedicato all’alimentazione sana e allo sport, e la nuova area Fineco Academy inaugurata lo scorso novembre realizzata seguendo criteri di sostenibilità.
La sostenibilità sociale di Fineco
Fineco si impegna a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e attento al benessere delle persone, integrando i principi di sostenibilità sociale in tutte le sue attività. L’azienda investe in iniziative che favoriscono la diversità, l’inclusione, l’equilibrio tra vita privata e professionale e la crescita professionale. Questi valori rappresentano il fulcro delle strategie di Fineco, che andiamo a indagare più nel dettaglio, per creare un impatto positivo e duraturo sulla società.
Diversity, Equity & Inclusion, l’Impegno di Fineco per valorizzare ogni talento
Dal 2013 Fineco adottata una Global Policy sulla Parità di Genere, aggiornata l’ultima volta nel 2023. Nel tempo la banca ha proseguito verso lo sviluppo di un ambiente di lavoro equo: ha nominato un Diversity Manager e nel 2023 ha ottenuto la Certificazione sulla Parità di Genere ai sensi della prassi di riferimento UNI 125/2022 che ne definisce le linee. Sebbene però l’impegno sia tanto e costante, tuttavia in azienda predomina ancora il genere maschile: nel 2023 si contano 804 uomini e 580 donne su un totale di 1.384 dipendenti assunti, e la differenza di genere si fa ancora più evidente passando dal livello di impiegato ai ruoli quadro e dirigenziali. Stesso discorso vale per la rete di consulenti finanziari (in Fineco Personal Financial Advisor o PFA) dove nel 2023 sono entrati 113 uomini e solamente 28 donne, e anche qui la divisione tra presenza femminile e maschile diventa più evidente nei ruoli manageriali (9 donne contro 201 uomini al 2023). Non a caso uno degli obiettivi del Multi Year Plan ESG 2024 – 2026, integrato nel Piano Pluriennale del Gruppo prevede il raggiungimento di almeno il 15% manager donne sui nuovi manager della rete entro il 2026.
La domanda è a questo punto: cosa sta mettendo in campo Fineco per attrarre i talenti donna, ovvero per facilitare l’ingresso, il lavoro e la crescita professionale delle donne all’interno della banca, sia come dipendente che nella rete?
«In Fineco ci impegniamo a promuovere un ambiente di lavoro in cui ciascuno possa realizzare a pieno il proprio potenziale, e questo indipendentemente dal genere e da ogni forma di differenza. Siamo convinti che un ambiente di lavoro diversificato garantisca una pluralità di prospettive e favorisca tra l'altro anche l'innovazione. Per tale motivo sono stati attivati nel tempo diversi programmi di formazione e di sviluppo anche grazie alla collaborazione con Valore D, il network composto da più di 380 aziende impegnate proprio a garantire una cultura inclusiva in tutti gli ambiti del lavoro».
Dal punto di vista pratico, questo si traduce in una serie di azioni. «Per esempio, cerchiamo di supportare i nostri colleghi nel proprio ruolo di genitori per raggiungere un equilibrio vita-lavoro sempre più sostenibile, ovvero ci siamo dotati di strumenti e modalità di lavoro flessibili dando così la possibilità di lavorare anche da casa quando si è in maternità, due mesi prima del congedo obbligatorio; prevediamo permessi aggiuntivi per eventi chiave della vita; mettiamo in atto servizi per la salute e servizi per la famiglia attraverso un sistema di welfare molto completo e valido».
Ma DE&I non riguarda solo la discriminazione di genere. Cosa sta facendo Fineco per quanto riguarda l’inclusione dei lavoratori disabili?
«In Fineco siamo molto attenti e costantemente impegnati nel sostenere l'inclusione dei lavoratori disabili. Da anni partecipiamo a eventi come il Diversity Day e l'Inclusion Day volti a promuovere la gestione della diversità e l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità o appartenenti a categorie protette. È stato previsto un contributo specifico per i nostri colleghi con un familiare disabile, oltre a permessi specifici, coperture assicurative ad hoc. Novità di dicembre 2024, è stata emanata la Global Policy Diversity, Equity & Inclusion, obiettivo: definire un approccio chiaro in termini di principi, di mission, di strategie e di pratiche attive proprio al fine di stimolare un ambiente di lavoro collaborativo, inclusivo e aperto ai contributi di tutti per aumentare la fiducia delle persone e valorizzare il potenziale di ognuno».
L’importanza dell’employability nel contesto bancario: l’AI come motore di crescita
Un’organizzazione che promuove l’aggiornamento continuo e la riqualificazione professionale dei propri collaboratori non solo aumenta la loro capacità di adattarsi a un mercato in continua evoluzione rimanendo competitiva, ma contribuisce anche a ridurre le disuguaglianze e a creare opportunità per tutti. Nel 2023 Fineco ha erogato oltre 47.842 ore di formazione coinvolgendo tutti i dipendenti, pari a oltre 34,6 ore medie di formazione pro-capite; oltre 218.000 ore di formazione dedicate alla rete di consulenti, pari a circa 73 ore per ogni consulente finanziario.
Come Fineco, realtà nativa digitale, sta affrontando l’esplosione dell’Intelligenza Artificiale? Tanti i possibili usi dell’AI all’interno della Banca: integrazione di chatbot nell’attività di Customer Service, nella gestione dei Rischi, nell’attività di Audit, nei controlli di rete e per le valutazioni finanziarie. Sono previsti percorsi di upskilling in questo ambito?
«Sicuramente l'intelligenza artificiale è un tema importantissimo. A tal riguardo, sempre nel 2024, abbiamo emanato la Global Policy Principi generali in tema di Artificial Intelligence nella quale sono riportati i principi generali che la Banca si impegna a rispettare nel dotarsi di strumenti basati sull’AI. Insieme alla trasparenza e accuratezza dei modelli, alla sicurezza informatica, viene sottolineata la centralità del fattore umano: nella nostra visione, l’intelligenza artificiale deve essere sempre considerata un supporto all’attività dell’uomo, e mai come rimpiazzo.
Di recente abbiamo creato un team dedicato allo sviluppo e all'applicazione dell'intelligenza artificiale che seguirà diversi progetti proprio per implementare l’uso dell’AI nella vita aziendale. Le prime applicazioni riguardano quelle a supporto dei consulenti con lo scopo di dispensarli da tutte quelle attività manuali, operative, che non hanno nulla a che fare con la relazione con il cliente, che invece rimane proprio il fulcro della professione. Ai consulenti, all’essere umano, va comunque sempre demandata la decisione finale, sia che si tratti di un'attività di investimento da sottoporre al cliente o che si tratti di un mutuo da erogare.
Nei prossimi anni prevediamo di avere un utilizzo trasversale dell’intelligenza artificiale all’interno delle diverse aree della banca, e sicuramente faremo dei corsi di formazione dedicati proprio all’AI perché questo è il futuro», conclude sul tema Franca Cavalieri D'oro.
Sì allo Smart Working, con attenzione alla socialità
Alla fine del 2022 Fineco ha firmato l’accordo “provvisorio” che prevedeva la possibilità di svolgere l’attività lavorativa da remoto fino a 12 giorni al mese, giorni che sono diventati 14 a seguito di un ulteriore accordo temporaneo che prevedeva lo svolgimento da remoto delle prestazioni lavorative del lunedì e del venerdì. Questa modalità di lavoro ibrido, che a conti fatti lasciava al lavoratore la libertà di organizzare la propria presenza in ufficio con molto margine di flessibilità durante l’arco del mese, è andata avanti per tutto il 2023 e sino a dicembre 2024.
Il lavoro agile rappresenta per Fineco uno strumento che consente di realizzare un adeguato equilibrio tra gli obiettivi di efficienza e produttività e le esigenze personali, con effetti positivi anche sulla mobilità delle persone e sull’ambiente.
In linea con questi principi, nel mese di dicembre 2024 è stato siglato tra Azienda e sindacati il nuovo accordo sul lavoro agile. Viene riconosciuta la possibilità, in continuità con il passato, di prestare l’attività da remoto fino ad un massimo di 14 giorni al mese, valorizzando nei giorni di lavoro in presenza la socializzazione e la collaborazione tra i colleghi.
Riconoscendo l’importante valore sociale dell’attività di cura e assistenza svolta dai colleghi e dalle colleghe nei confronti dei propri familiari, sono state inoltre introdotte ulteriori flessibilità in favore dei caregivers familiari, nonché dei lavoratori e delle lavoratrici cosiddetti fragili.
“L’istituto del lavoro agile in Fineco permette di adottare soluzioni organizzative utili a favorire la flessibilità della prestazione lavorativa e di realizzare un adeguato work-life balance, promuovendo al contempo la socialità all’interno degli uffici”, spiega la Sustainability Manager.
Un’area per il benessere del corpo e della mente
Nel dicembre 2022 è stata inaugurata l’area polifunzionale nella sede di Milano, “pensata per il relax fisico e mentale, per favorire la socialità e vivere un'esperienza di pausa pranzo più confortevole e salutare”. Com’è articolata quest’area e qual è il riscontro da parte della popolazione aziendale?
«L'area wellbeing è stata pensata come uno spazio polifunzionale dedicato al relax fisico e al relax mentale, quindi per favorire la socialità. In quest'area è possibile acquistare un pranzo salutare o scaldare il pranzo portato da casa, e c'è anche uno spazio dedicato allo sport con diverse tipologie di corsi. Inoltre, mi fa piacere sottolineare che, grazie alla pianificazione attenta dei menu e alla partnership di Foorban con Too Good To Go e Banco Alimentare è anche possibile ridurre al minimo gli sprechi alimentari e ridistribuire a chi ne ha bisogno i pasti che non vengono consumati durante la giornata. Il progetto sta avendo un ottimo riscontro: sono circa 850 i colleghi che utilizzano i servizi di quest’area. Ed è proprio in considerazione di questo riscontro positivo a motivare l’azienda nel continuare a investire su iniziative volte a favorire il benessere di tutti i suoi dipendenti».
L’educazione finanziaria per una società prospera e equa
Impegno continuato e rafforzato nelle attività di educazione finanziaria, coinvolgendo in tali iniziative sia clienti sia prospect e ora anche a studenti; donazioni in caso di eventi estremi inattesi (esempio: il terremoto che ha colpito Siria e Turchia e le alluvioni in Emilia-Romagna); la tradizionale campagna di solidarietà natalizia; dal 2017 Corporate Golden Donor del FAI; tutto questo e non solo. L’attenzione di Fineco verso la comunità è da sempre alta.
«Come banca riteniamo che il nostro compito principale sia quello di concorrere all’educazione finanziaria della comunità. Per questo le nostre attività formative sono rivolte non solo ai nostri clienti, ma anche al di fuori della loro cerchia, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni. Stiamo già lavorando a diversi progetti in questo ambito, sia in collaborazione con FEduF, che è la Fondazione per l'educazione finanziaria e il risparmio, rivolgendoci direttamente agli studenti, ma anche sui nostri canali social in modo da riuscire ad arrivare a quante più persone possibili sul territorio. Sono stati svolti corsi sul risparmio, sulla previdenza, sul come educare i figli all'uso consapevole del denaro, sull'economia circolare, sui consumi consapevoli e il risparmio. È stato organizzato un ciclo sulla finanza per tutti, obiettivo: fornire i primi rudimenti di gestione del proprio risparmio e del budget personale. E ancora, sono stati svolti dei webinar con giornalisti su concetti di pianificazione finanziaria e organizzato un corso con l'Università della Terza Età sui fondi pensione. Iniziative tutte davvero interessanti che intendiamo portare avanti fedeli al nostro purpose.
L’educazione finanziaria, ovviamente, non è però l'unico ambito che ci sta a cuore. Nel corso degli anni, anche il nostro impegno nella solidarietà si è sempre più rafforzato attraverso la partecipazione a iniziative a sostegno di progetti concreti in diversi ambiti di intervento, come ad esempio nell'assistenza sociale, assistenza sanitaria, formazione, istruzione, promozione della cultura e dell'arte, ricerca scientifica, tutela dell'ambiente. La principale novità in quest’ambito è una nuova sezione sul sito Fineco dedicata proprio alla solidarietà. All'interno di quest'area sono stati pubblicati otto progetti suddivisi in quattro aree di intervento ─ l'infanzia, la ricerca medica e la salute per la comunità e arte e cultura ─. A Natale poi parte la tradizionale campagna di charity. Nel 2024 il nostro supporto è andato a tre progetti negli ambiti dell’educazione, del sostegno all'infanzia e dell’empowerment femminile».
La governance sostenibile di Fineco
Fineco adotta una governance sostenibile come pilastro centrale della propria strategia aziendale, promuovendo trasparenza, etica e responsabilità sociale. Attraverso politiche di gestione orientate alla sostenibilità, si impegna a creare valore per tutti gli stakeholder, integrando i principi ESG nelle decisioni strategiche e operative. Ma come funziona di fatto il sistema di governance della sostenibilità Fineco? Qual è il ruolo del Comitato endoconsiliare Corporate Governance e Sostenibilità Ambientale e Sociale, e da chi è composto? E il ruolo del Comitato Manageriale per la Sostenibilità?
«Quando nel 2019 siamo usciti dal gruppo Unicredit, siamo diventati una public company e abbiamo colto l'occasione per istituire la nostra governance di sostenibilità. Questa comprende un Ufficio di sostenibilità che riporta direttamente al CFO, e due specifici Comitati di sostenibilità sia a livello esecutivo che di consiglio di amministrazione che hanno il compito di definire, monitorare e supervisionare la strategia di sostenibilità. In particolare il Comitato Manageriale per la Sostenibilità è composto dall'Amministratore Delegato e da tutte le direzioni che riportano direttamente a lui e ha il compito principale di definire una proposta di strategia in materia di sostenibilità, ovviamente con il supporto dell'Ufficio Sostenibilità, e ha anche il compito di definire una proposta di obiettivi da raggiungere e da sottoporre all'esame del Comitato endoconsiliare Corporate Governance e Sostenibilità Ambientale e Sociale. Quest'ultimo è un comitato endoconsiliare composto da tre membri del CdA, e ha delle competenze esclusive in materia di sostenibilità, quindi supervisiona tutte le questioni di sostenibilità connesse all'attività della banca e svolge anche delle funzioni di supporto al Consiglio di Amministrazione proprio per permettere a quest'ultimo una migliore valutazione degli argomenti che riguardino la sostenibilità».
Un modello di governance della sostenibilità allineato alle indicazioni volontarie dei maggiori organismi internazionali (Onu, Ue, Ocse), risulta essere una delle ragioni per le quali l'agenzia indipendente Standard Ethics ha elevato da "EE+" (Molto Forte) a "EEE-" (Eccellente) il rating di Fineco. Cosa significa essere l’unica banca italiana che finora ha ottenuto la tripla E da Standard Ethics? Qual è l’ostacolo maggiore che Fineco ha dovuto superare per raggiungere questo traguardo?
«Siamo molto orgogliosi di questo traguardo perché nei nostri processi le tematiche di sostenibilità sono integrate e questo viene valutato positivamente in generale dalle agenzie di rating ESG. Quindi non parlerei proprio di “ostacoli” perché tutte le nostre attività rientrano in un'ottica di crescita di lungo periodo, e questo è un approccio intrinsecamente sostenibile che favorisce risultati positivi nelle valutazioni dei parametri ESG. Non riteniamo dunque di aver fatto qualcosa di specifico o che ci sia stato un ostacolo particolare da superare, cerchiamo sempre di migliorare tutto quello che facciamo integrando la sostenibilità al piano strategico pluriennale della banca».
Il ruolo di Fineco nella finanza sostenibile
La transizione ecologica non può e esistere senza una finanza sostenibile. Banche e fondi di investimento hanno la responsabilità di indirizzare i flussi di denaro verso progetti che rispettino i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Fineco sente addosso questa responsabilità? E quali azioni ha messo in campo per favorire la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio? Quali gli obiettivi di green finance da raggiungere nel medio e lungo termine?
«La finanza responsabile è un tema importantissimo per una banca e in Fineco siamo attivi da tempo su questi temi. Il primo mutuo green è stato lanciato nel 2019 e nel 2023 abbiamo lanciato anche un prestito green. Questo per quanto riguarda l'attività di lending, che rimane tuttavia ancillare nel modello di business della banca. Il nostro core business è rappresentato dall'attività di investimento dei nostri clienti dove siamo passati da un approccio più limitato, che prevedeva l'impegno di verificare la presenza di un rating ESG su tutte le soluzioni di investimento offerte ai clienti, a una strategia basata su obiettivi quantitativi proprio sull'ampliamento della gamma dell'offerta di prodotti con caratteristiche ESG ai nostri clienti. Quindi, ad esempio, il nuovo piano strategico 2024-2026 prevede che almeno il 50% dei nuovi fondi resi disponibili ogni anno sulla nostra piattaforma sia classificato con criteri SFDR, articolo 8 o articolo 9, oppure abbia un buon rating ESG maggiore di 6 su 10. Questi sono alcuni esempi di obiettivi lato prodotti, e come questi ce ne sono altri. Anche lato tesoreria abbiamo un obiettivo, ossia quello di avere almeno il 10% degli investimenti della banca con caratteristiche ESG».
Molto bene offrire prodotti di investimento con caratteristiche ESG, ma la rete dei consulenti è preparata nel comunicare e valorizzare tali caratteristiche?
«Innanzitutto da diversi anni diamo un contributo ai nostri consulenti per ottenere la EFPA ESG ADVISOR Certification. Oltre a ciò, nel nuovo piano strategico ESG abbiamo previsto un'attività di formazione dedicata in particolare a loro. Il consulente finanziario è l'anima del business che si interfaccia direttamente con il cliente, per questo è indispensabile che sia adeguatamente preparato, e che sappia anche cogliere quelle che sono magari le domande latenti del cliente, più o meno consapevole dei temi relativi alla sostenibilità e di come poter supportare la transizione ecologica attraverso le sue operazioni finanziarie».