Il tema della parità di genere è ormai entrato nelle aziende quale elemento fondamentale della strategia ESG. Il lavoro da fare però è davvero tanto.
Secondo i dati emersi dall'Osservatorio Donne Executive svolto da SDA Bocconi School of management insieme a Eric Salmon & Partners, infatti, solo una donna su sei in Italia ricopre posizioni apicali in azienda. Questo dato dunque non solo conferma che il gender gap esiste ancora, ma anche che è molto marcato.
"L'osservatorio mira a fornire una comprensione dinamica dell'argomento presenza delle donne nelle posizioni di vertice e identificare i fattori che possono accelerarla crescita", ha spiegato Paola Calderini, Amministratore Delegato di Eric Salmon & Partners Italia.
L'indagine si è svolta analizzando oltre 320 grandi aziende italiane, di cui 169 quotate, per un totale di circa 2.920 dirigenti coinvolti.
Parità di genere e ruoli apicali in azienda
Solo poco più di 500 dirigenti sui quasi 3.000 coinvolti sono donne per una media pari al 17% nei ruoli executive e solo il 6% nei ruoli di AD.
Secondo i dati emersi dallo studio le poche figure femminili che oggi ricoprono posizioni apicali si trovano nei ruoli di staff all'interno di divisioni aziendali quali risorse umane, legale, audit e sostenibilità, mentre ce ne sono molte meno nelle divisioni business come marketing e vendite, ricerca e sviluppo, direzione generale e finance.
Soprattutto per quanto riguarda ruoli operativi, finanziari e strategici (dove le donne manager sono circa il 17%), la causa di questo persistente squilibrio è dovuta dal fatto che continua a esserci una bassa presenza di donne che studia e opera nel mondo delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), sulla quale spinge la risaputa difficoltà di fare carriera per le donne in questo ambito specifico. Insomma una situazione che crea un circolo vizioso dal quale non è facile uscire. Meglio, invece, il mondo del commercio e dei servizi, dove le dirigenti donne sono rispettivamente il 18% e il 20%.
Se si paragona tra società quotate in borsa e le non quotate poi, lo squilibrio della parità di genere aumenta. Le società quotate, infatti, tendono ad adottare meno pratiche progressive rispetto alle società non quotate. I numeri emersi dallo studio evidenziano che: le donne nella direzione generale sono il 35% nelle imprese non quotate e il 3% in quelle quotate mentre le amministratrici delegate sono il 9% nelle società non quotate e il 3% in quelle quotate.
Identikit delle donne dirigenti
Per quanto riguarda le donne che ce l'hanno fatta a raggiungere posizioni di livello, l'età media di oggi è pari a 50 anni (contro i 54 degli uomini) ma tendenzialmente raggiungono cariche di rilievo dai 37 anni circa (contro i 36 degli uomini). Inoltre tendono a cambiare ruolo più di frequente rispetto agli uomini (ogni 7 anni circa contro 8).
Tra i fattori che aiutano le donne a crescere più velocemente nel mondo del lavoro spiccano aver frequentato un MBA, che sembrano ridurre di circa un anno e mezzo il tempo medio per diventare executive e le esperienze lavorative all'estero (per ogni anno oltreconfine si velocizza l'avanzamento di carriera di circa un mese e mezzo).
"Le proiezioni evidenziano la necessità per le aziende di adottare misure concrete per accelerare i percorsi di sviluppo delle donne executive, favorendo la mobilità tra le aree funzionali e promuovendo esperienze internazionali", ha commentato Alessandro Minichilli, co-autore della ricerca e direttore del Corporate governance Lab di SDA Bocconi.
Uno sguardo al futuro
L’indagine si è poi conclusa con una prospettiva verso il futuro che fa ben sperare. Se oggi le dirigenti donna sono solo il 10% tra i baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964), infatti, il dato sale fino al 25% tra i Millennials (nati dal 1981 in poi).