Parola d’ordine: sostenibilità. Dai privati alle aziende è oggi fondamentale gestire un business seguendo i principi ESG (Environmental, Social e di Governance), ottenendo anche un ottimo punteggio dalle agenzie specializzate. Per farlo le aziende hanno bisogno di un professionista del Sustainability management che guidi il cambiamento. Ma che cosa si intende per Sustainability management e chi se ne occupa?
Cosa si intende per Sustainability management
Secondo Gartner il Sustainability management è "una disciplina di gestione che abbraccia strategie aziendali, capacità operative, competenze, comportamenti e culture e che, nello specifico, cerca di bilanciare in modo ottimale le prestazioni e i risultati organizzativi attraverso criteri economici, ambientali e sociali”.
La gestione della sostenibilità, dunque, nasce con lo scopo di aiutare imprese, comunità e strutture a diventare più sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale e economico applicando strategie che riducono il consumo di emissioni, incoraggiano la crescita e garantiscono la disponibilità di risorse per le generazioni che verranno.
L'origine della gestione della sostenibilità va ricercata nei primi movimenti dedicati alla salvaguardia dell'ambiente avvenuti negli anni '70. Allora, però, era vista più come una minaccia ai propri profitti che un valido alleato per il business. Questo comincia a cambiare durante il decennio successivo quando prende piede il concetto di responsabilità sociale. Nel 1995 il professore di Harvard Michael Porter scrive sull'Harvard Business Review che la sostenibilità rappresenta un'opportunità per le aziende per diventare ancora più vantaggiose sul mercato, ed è effettivamente allora che il mondo delle imprese acquisisce la piena consapevolezza dei numerosi vantaggi registrati da una visione sostenibile del business.
I vantaggi del Sustainability management
Ci sono molti vantaggi nel praticare il Sustainability management, tra i principali:
Riduzione dei costi: Implementare pratiche sostenibili può aiutare a ridurre i costi operativi, ad esempio attraverso l'efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e del consumo di acqua.
Aumento della produttività: Le aziende che si concentrano sulla sostenibilità possono aumentare la produttività attraverso l'adozione di tecnologie più efficienti, la riduzione dei tempi di inattività e l'attrazione di dipendenti motivati.
Accesso a nuovi mercati: Le aziende che adottano pratiche sostenibili possono accedere a nuovi mercati, ad esempio, attraverso la creazione di prodotti ecologici o l'espansione in mercati emergenti che richiedono standard sostenibili.
Miglioramento della reputazione: Dimostrare un impegno per la sostenibilità può migliorare la reputazione dell'azienda agli occhi dei clienti, dei dipendenti, dei fornitori e della comunità locale.
Attirare investitori: Gli investitori sono sempre più attenti alla sostenibilità e alle performance ambientali e sociali delle aziende in cui investono, quindi dimostrare un impegno per la sostenibilità può attirare investimenti.
Come per molte altre cose, anche in questo caso e in generale nel campo della sostenibilità, per far sì che l’azienda abbia dei benefici reali nell’implementazioni di misure green anche in termini economici, è bene affidarsi a chi ha le giuste competenze e i giusti mezzi.
La figura del Sustainability manager
Nel mondo del business colui che si occupa della gestione della sostenibilità si chiama Sustainability manager. Egli ha il compito di garantire che le attività svolte nell'azienda siano sostenibili da ogni punto di vista. Per farlo deve anche saper proporre nuove strategie in grado di giovare al business nel medio lungo termine grazie a investimenti che perseguono i principi ESG. Nel concreto tra gli aspetti di cui dovrà dunque occuparsi c’è: realizzare piani di sostenibilità, analizzare salute e sicurezza del lavoro, garantire inclusività e pari opportunità e molto altro.
La figura dell'addetto al Sustainability management nel corso degli ultimi anni è diventata sempre più importante per le aziende. Numerose le ricerche che dimostrano l'importanza crescente di questa figura, non da ultima quella realizzata dall'Osservatorio 4 Manager, l'associazione fondata da Confindustria e Federmanager: secondo i dati emersi, tra il 2023 e il 2026 le aziende e la pubblica amministrazione necessiteranno della presenza di 4 milioni di lavoratori con questa competenza. Questo vuol dire che diventa sempre più fondamentale investire nella formazione e nella crescita delle competenze del Sustainability manager.
Come si diventa un Sustainability manager
Il Sustainability manager ha un background improntato su studi economici o tecnici, dalla statistica alla giurisprudenza fino alle scienze ambientali.
Inoltre deve avere alcune soft skills innate e altre che si imparano con l'esperienza sul campo come la capacità di problem solving, la capacità organizzativa e analitica e buone competenze di comunicazione.
I Sustainability manager del futuro, invece, non potranno non aver frequentato uno dei tanti corsi universitari dedicati proprio al Sustainability management. Diverse sono già le università che hanno dei percorsi di studi dedicati dal master alla Luiss Business School al master presso l’Hub Luiss Bs di Amsterdam, o i percorsi di studio organizzati dal Politecnico di Milano o dalla Bocconi.
Le altre professioni sostenibili più richieste
Tra le professioni “sostenibili” più richieste dal mercato del lavoro, il ruolo del Sustainability manager è quello che le aziende ricercano maggiormente, ma secondo i dati LinkedIn non è l'unico. Dopo il “manager della sostenibilità” (34%), ci sono, infatti, il “Direttore della sostenibilità” (+29%), il “Sustainability Specialist” (+28%) e il “Consulente sostenibilità” (+26%).