Buone pratiche per una moda sostenibile: 6 consigli McKinsey indirizzati alle aziende del fashion

Alcune buone pratiche che le aziende della moda dovrebbero perseguire per mitigare il proprio impatto ambientale

Di Redazione

Buone Pratiche - Pubblicato il 05-04-2024

Oggi l’industria globale della moda rappresenta circa il 3-8% delle emissioni totali di gas serra, e si prevede che le emissioni del settore aumenteranno di circa il 30% entro il 2030 se non verranno intraprese ulteriori azioni

I marchi di moda, grandi e piccoli, hanno assunto impegni pubblici ambiziosi per creare abbigliamento più sostenibile entro il 2030. Ma tenere il passo con i loro impegni di decarbonizzazione è stata una sfida per tutto il settore. Circa due terzi dei marchi della moda risultano essere infatti in ritardo sui propri programmi di decarbonizzazione e il 40% ha visto aumentare le proprie emissioni da quando ha assunto i propri impegni di sostenibilità. 

A dirlo è un recente studio pubblicato da McKinsey. L’analisi ha rilevato che due marchi su cinque hanno visto aumentare l’intensità delle proprie emissioni. Solo il 37% è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del 2030, supponendo che continuino a ridurre l’intensità delle emissioni ai ritmi attuali.

Buone pratiche green per una moda sostenibile

Le aziende della moda devono impegnarsi a rispettare gli standard etici, sociali e ambientali. Ciò comporta un approccio articolato che considera ogni aspetto della catena di fornitura e delle operation aziendali. Inoltre, devono utilizzare solide strategie di gestione del rischio e di due diligence per identificare, mitigare e prevenire potenziali rischi legati alla sostenibilità.

Più nel dettaglio, gli esperti McKinsey hanno individuato 6 buone pratiche che, se applicate, potrebbero aiutare le aziende della moda a promuovere miglioramenti sistematici nelle loro catene di fornitura e a raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione.

Creazione di valore commerciale attraverso la sostenibilità. Le aziende dovrebbero capire cosa interessa ai consumatori in termini di sostenibilità per differenziarsi sul mercato. Questo coinvolge l'integrazione di obiettivi di sostenibilità a tutti i livelli aziendali e la trasformazione di tali obiettivi in offerte concrete per i consumatori, ad esempio attraverso linee di prodotti a impatto zero o modelli di business circolari.

Concentrazione sulla transizione dei materiali e sulla transazione energetica dei fornitori. È essenziale che le aziende della moda si concentrino sulla transizione verso materiali più sostenibili e sull'adozione di energie rinnovabili nei processi produttivi. Collaborare con i fornitori per migliorare l'efficienza energetica e adottare tecnologie più pulite può ridurre significativamente le emissioni legate alla produzione tessile.

Sviluppo di una roadmap dettagliata. Definire una roadmap chiara e ben strutturata è fondamentale per guidare la trasformazione verso la decarbonizzazione. Questo implica stabilire obiettivi specifici, identificare le azioni prioritarie e valutare il potenziale di riduzione delle emissioni in base a costi e benefici.

Utilizzo di dati granulari. L'accesso a dati dettagliati e affidabili è cruciale per monitorare i progressi verso la decarbonizzazione. Le aziende dovrebbero investire in partnership con fornitori di tracciabilità e misurazione dell'impatto per ottenere informazioni precise sulle proprie emissioni e sull'efficacia delle azioni intraprese.

Miglioramento dell'esecuzione e della gestione della trasformazione. Per affrontare le sfide nell'attuazione di iniziative sostenibili, le aziende della moda devono adottare un approccio basato sull'azione, con un piano di trasformazione rigoroso e una chiara governance. I dirigenti senior dovrebbero essere responsabili dei progressi e assegnare compiti specifici all'interno dell'organizzazione.

Promozione della collaborazione. Per ottenere risultati significativi nella decarbonizzazione, è necessaria la collaborazione a livello di settore. Le aziende della moda dovrebbero lavorare insieme per definire strategie comuni, condividere risorse e promuovere investimenti in iniziative sostenibili, coinvolgendo anche istituzioni finanziarie per supportare i fornitori nell'ottenere finanziamenti legati alla sostenibilità.

Fast fashion e sostenibilità: un binomio possibile?

Un discorso a parte andrebbe fatto sul settore del fast fashion, per sua natura agli antipodi di qualunque comportamento sostenibile.

Con la sua promessa di capi trendy a prezzi accessibili il fast fashion ha rivoluzionato il modo in cui ci vestiamo. Ma qual è il prezzo di questa convenienza? 

L'impatto ambientale e sociale dell'industria della moda veloce è devastante. 
La produzione di abiti (anche una nuova collezione prodotta a settimana) richiede ingenti quantità di acqua, energia e risorse naturali. L'uso di fibre sintetiche, come il poliestere, rilascia inoltre microplastiche nell'ambiente, che contaminano suolo e mari. Le condizioni di lavoro nelle fabbriche di fast fashion sono spesso inaccettabili. I lavoratori, in prevalenza donne, sono sottopagati, sottoposti a orari massacranti e costretti a lavorare in condizioni di sicurezza precarie.

Fortunatamente, la crescente consapevolezza dei consumatori sta spingendo l'industria della moda a ripensare il proprio modello di business. A fronte di un modello economico lineare portato agli estremi, infatti, si fa strada la moda circolare, che punta a ridurre gli sprechi e l'impatto ambientale, utilizzando materiali riciclati e innovativi, ma anche promuovendo gli abiti di seconda mano o vintage e sensibilizzando verso la pratica della riparazione. Con tutti i limiti del caso, rientra in questo contesto, per esempio, il Garment Collecting program di H&M, il programma di raccolta degli indumenti è lanciato nel 2013 che premia i clienti che consegnano i propri capi usati con buoni acquisto. Certamente educare i consumatori ad assumere comportamenti responsabili è buona cosa, tuttavia c’è bisogno di cambiamenti più incisivi a monte di un modello di business allo stato attuale in alcun modo sostenibile.


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