L’Italia delle imprese si scopre sempre più sostenibile. È quanto emerge dalla nuova ricerca Ipsos “Rilanciare la responsabilità d’impresa attraverso la concretezza”, presentata durante la prima giornata della 13ª edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre 2025 presso l’Università Bocconi di Milano.
Il dato più significativo fotografa un cambiamento strutturale: una impresa su due ha già intrapreso un percorso di sostenibilità ambientale. Il 15% delle aziende italiane rientra nella categoria “green core”, con investimenti consistenti e certificazioni ambientali, mentre un ulteriore 35% è classificato come “green non core”, ovvero realtà che hanno già realizzato interventi per ridurre l’impatto ambientale ma intendono fare di più.
Nel complesso, queste imprese rappresentano il cuore virtuoso del sistema produttivo italiano, e sono oggi il motore di una transizione che non riguarda più solo la comunicazione o la reputazione, ma l’essenza stessa del modello di business.
Il consumatore consapevole e il nuovo ruolo “politico” delle imprese per la sostenibilità
La ricerca Ipsos presentata al Salone della CSR fotografa un cambiamento anche sul fronte dei consumatori. L’era del consumatore inconsapevole, osserva il report, può considerarsi superata: gli italiani chiedono alle imprese maggiore trasparenza, coerenza e impegno sui temi ambientali e sociali.
Il 64% degli intervistati ritiene giusto che le aziende prendano posizione su questioni sociali; il 52% afferma di non voler acquistare da imprese che assumono posizioni non condivise e il 47% ha già smesso di comprare da marchi ritenuti incoerenti sul piano valoriale o comportamentale.
Questa evoluzione si accompagna a una crescente aspettativa: il 77% degli italiani ritiene che le imprese non facciano ancora abbastanza per l’ambiente, a fronte di un 72% di cittadini che affermano di fare personalmente già tutto il possibile per ridurre il proprio impatto.
"Dobbiamo chiederci come possiamo essere più concreti, come dimostrare che l’impegno profuso ha davvero impatto, come impostare una narrazione non più basata solo su uno ‘story telling’ emozionale, ma unire l’emozione di pensare ad un mondo migliore con la serietà di un impegno preso, rispetto al quale ci impegniamo davvero a cambiare il nostro modo di consumare, produrre, essere”, afferma Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos.
L’appello è chiaro: occorre unire emozione e responsabilità, visione e azione, per costruire un modello di sviluppo che integri la sostenibilità nella quotidianità delle scelte produttive e di consumo.
Un Paese polarizzato ma più consapevole
L’indagine Ipsos ha individuato quattro profili di cittadini-consumatori, che delineano la complessità del rapporto tra società e sostenibilità:
- i Sostenitori convinti (26%), che comprendono la sfida ambientale e adottano comportamenti coerenti;
- gli Aperti ma incerti (41%), che riconoscono l’importanza del tema ma faticano a tradurlo in azioni concrete;
- gli Scettici (18%), che dubitano della sincerità delle iniziative aziendali;
- e infine gli Indifferenti (15%), che non si sentono coinvolti né responsabili.
Rispetto al 2024, emerge un fenomeno interessante: crescono i sostenitori convinti, ma diminuisce la quota di “aperti ma incerti” (dal 44% al 41%). È il segno di un progressivo consolidamento della consapevolezza, accompagnato però da una crescente esigenza di concretezza e risultati verificabili.
Sostenibilità: equilibrio tra ambiente, sociale ed economia
Per la maggioranza degli italiani, la sostenibilità non è più un concetto limitato alla dimensione ambientale. Il sondaggio evidenzia come i tre pilastri — ambiente, sociale ed economia — siano ormai percepiti in equilibrio: rispettivamente il 35%, 34% e 31% delle priorità dichiarate.
Quanto alle sfide più urgenti, salari dignitosi e lotta all’evasione fiscale risultano in cima alla lista, seguiti da riduzione dell’inquinamento, lotta alla povertà e tutela sanitaria universale.
Si tratta di una visione integrata e matura, che riconosce la sostenibilità come leva sistemica per la coesione e la competitività del Paese, non come semplice scelta etica o ambientale.
Le imprese green trainano la crescita del Salone della CSR
La tendenza si riflette anche nei numeri del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale 2025, che registra 63 nuove aziende partecipanti, pari al 24% del totale. Una crescita che conferma la vitalità del tessuto imprenditoriale italiano e la progressiva diffusione di pratiche ESG strutturate.
L’altra metà delle imprese, sottolinea Ipsos, mostra invece un atteggiamento più esitante. Si tratta di realtà che riconoscono l’importanza della sostenibilità ma non hanno ancora definito strategie o investimenti coerenti. Questo “mezzo Paese” rappresenta oggi il potenziale da attivare per rendere la transizione realmente inclusiva e diffusa.
Un nuovo patto tra imprese e cittadini
Dalla ricerca Ipsos al Salone della CSR emerge l’urgenza di un nuovo patto di fiducia tra imprese e cittadini, fondato su trasparenza, autenticità e misurazione. La sostenibilità, per essere credibile, deve diventare parte integrante delle strategie di business, non solo un elemento di comunicazione.
Gli italiani chiedono imprese più coraggiose e coerenti, capaci di esporsi su temi sociali e ambientali con senso di responsabilità e visione di lungo periodo. In questo contesto, la “concretezza” invocata da Ipsos diventa la chiave per trasformare la sostenibilità da promessa a risultato tangibile.