SDGs: le aziende italiane ed europee alla prova del 2030. Risultati e sfide nel report UN Global Compact

Le aziende europee stanno integrando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nelle loro strategie. Ecco i dati chiave secondo UN Global Compact

Di Arianna De Felice

Ricerche e Pubblicazioni - Pubblicato il 01-10-2024

Al centro dell’Agenda 2030 ci sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), che costituiscono una guida universale per affrontare le sfide globali più urgenti. Nello specifico infatti, gli SDGs mirano a promuovere uno sviluppo inclusivo ed equo, affrontando temi che spaziano dalla giustizia sociale, alla crescita economica fino alla sostenibilità ambientale. Con scadenza nel 2030, questi obiettivi rappresentano dunque un piano d'azione per trasformare il mondo, migliorando la qualità della vita e preservando il pianeta per le generazioni future. 

Ma a che punto sono le aziende europee e, più nello specifico, quelle italiane? Ecco la situazione attuale riassunta nel report realizzato dai Network europei di UN Global Compact European Private Sector SDGs Stocktake 2024.

I principali dati dell’European Private Sector SDGs Stocktake 2024

L'indagine di UN Global Compact ha coinvolto 1.422 aziende europee operative in 10 Paesi (Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Svizzera/Liechtenstein, Grecia, Irlanda, Bulgaria, Serbia e Turchia), con l’obiettivo di misurare il loro impegno per l’integrazione degli SDGs nel proprio business.

Il quadro che ne è emerso sembra promettere bene dato che sette aziende su dieci sanno cosa e quali sono i 17 SDGs mentre sei su dieci li integrano già nelle loro strategie aziendali. Il motivo principale di questo riscontro positivo è la volontà delle aziende di riuscire a rafforzare la propria strategia green (secondo il 44% degli intervistati).

Non bisogna dimenticare poi che con un quadro normativo sempre in rapido sviluppo (basti vedere i recenti aggiornamenti della CSRD) i Global Goals possono aiutare ad affrontare meglio le richieste normative (stando a quanto riferito dal 32% degli intervistati). Non è un caso dunque se l'87% del sotto-campione inerente le aziende che dovranno per prime rispondere alle richieste della CSRD, intende fare espressamente riferimento agli SDGs nella propria informativa di sostenibilità.

Infine il 58% ha dichiarato che integrare gli SDGs nei propri processi e nelle proprie attività sta avendo un impatto positivo sulla propria performance economica se non addirittura significativo, per il 26%. Di contro solo l’1% ha registrato impatti negativi.

Tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile ai quali le aziende prestano più attenzione, spiccano le azioni a favore della parità di genere (SDG 5 - 44%), del lavoro dignitoso e della crescita economica (SDG 8 - 44%) e del contrasto al cambiamento climatico (SDG 13 - 40%).

Nonostante questo scenario, è bene sottolineare che le aziende non riescono ancora a misurare in maniera davvero sistematica ed efficiente il loro contributo allo sviluppo sostenibile e agli SDGs dato che solo un terzo ha fissato degli obiettivi specifici, misurabili e vincolati nel tempo. Inoltre solo il 21% delle aziende ha dichiarato che gli SDGs sono prioritari e ha valutato gli impatti positivi e negativi delle proprie attività.

“Con l’Agenda 2030 che si avvicina alla sua fase finale, l’urgenza di accelerare i progressi verso gli SDGs non può essere sottovalutata” ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia. “Le aziende europee hanno compiuto passi significativi nell’allineamento agli obiettivi, ma è chiaro che dobbiamo trasformare queste ambizioni in risultati concreti”.

SDGs, la situazione delle aziende italiane

L'indagine ha poi approfondito la ricerca per i singoli Paesi. Andando dunque a vedere il quadro della situazione italiana emerge che l'88% delle aziende ha ben chiaro di cosa si parla quando si cita l'acronimo SDG: nello specifico il 72% delle imprese ha integrato gli obiettivi nelle proprie strategie contro solo il 10% che non l'ha ancora fatto.

Anche in questo caso è alto il numero delle aziende che, a fronte del recepimento della CSRD, intende fare riferimento ai vari Obiettivi di sviluppo sostenibile raggiunti (83%).

A differenza del quadro europeo generale, le imprese italiane sono più attente a stilare indicatori di performance specifici, misurabili e fissati nel tempo (43%), mentre il 46% fa riferimento a KPI più semplici. Solo l'11% ha dichiarato di non aver fatto riferimento ad alcun tipo di misurazione. Questo ha permesso dunque di valutare anche i risultati concreti delle aziende e ne è emerso che il 22% ha già raggiunto gli obiettivi che si era prefissato mentre il 70% è sulla buona strada. Solo l'8%, invece, è ancora indietro in tal senso.

Diversi sono, infine i top 3 SDGs sui quali le imprese italiane investono maggiormente rispetto a quelli identificati prima per l'UE: SDG 15 (vita sulla terra), l’SDG 3 (salute e benessere per tutti) e l’SDG 16 (pace, giustizia e istituzioni forti).


Potrebbe interessarti

Contatti

redazione@osservatoriobilancisostenibilita.it

Ricevi la nostra newsletter

Redazione

Valentina Cinnirella

Direttrice responsabile

Simona Politini

Vicedirettrice responsabile

Osservatorio Bilanci Sostenibilità è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano n. 4326/2023

Futurea S.r.l.
Piazza degli Affari 3 | 20123 - Milano (MI)
P.IVA 15942371004 | Cap. sociale € 165.629,55 i.v