La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D) è legge: la direttiva impone alle grandi aziende una rigorosa due diligence di sostenibilità, con un forte focus sui temi ambientali e soprattutto sui diritti umani. Attraverso piani di monitoraggio e correzione, analisi dei rischi, coinvolgimento degli stakeholder, l'effetto a cascata della normativa toccherà anche le piccole e medie imprese (PMI) che fanno parte delle catene di fornitura.
Secondo Emilia Blanchetti, senior consultant di Amapola specializzata in Diversity, Equity, and Inclusion (DEI), «Questa direttiva, insieme a quella sul reporting di sostenibilità (CSRD), avrà un impatto significativo su come le aziende affrontano il tema della DEI, tassello centrale nel framework dei diritti umani. Parità di retribuzione, violenza di genere, molestie, la discriminazione sul lavoro basata su etnia, genere, età, orientamento sessuale: saranno tutte dimensioni da tenere sotto controllo a livello di filiera, e questo richiederà un impegno concreto su più fronti».
La normativa guida e spinge, ma sono tanti gli studi a dimostrare gli impatti concreti della DEI all’interno del business, a partire dalle performance aziendali: dallo studio McKinsey secondo cui le aziende con team diversificati hanno il 25% di probabilità in più di ottenere una redditività superiore alla media, ai tassi di turnover più bassi e dipendenti più coinvolti (Deloitte), fino a una propensione del 75% da parte dei consumatori nel supportare i marchi che dimostrano un impegno in questo ambito (studio Pwc).
Da dove cominciare per far crescere la DEI in azienda? Lo racconta Blanchetti.
Cinque consigli per integrare Diversity, Equity, Inclusion in azienda
Parti dall’analisi. La DEI deve riflettere l’identità dell’azienda, considerando settore, dimensioni e caratteristiche organizzative. Il primo passo è guardare con coraggio dentro alla propria organizzazione e alle sue dinamiche, capendo a che punto si è e dove si intende andare. Identifica i gap e le aree di miglioramento attraverso un'analisi approfondita, ascolta gli stakeholder e misura il sentiment aziendale (anche attraverso tool innovativi e app dedicate).
Definisci una policy DEI. L’impegno dall’alto è indispensabile. Una policy DEI stabilisce chiaramente dove l’azienda si posiziona rispetto a questi temi, in maniera personalizzata e calibrata sulle specifiche esigenze: un'azienda dell’automotive prenderà impegni diversi rispetto a chi lavora nel settore dell’accoglienza. È necessario andare oltre la semplice dichiarazione di principi: la leadership deve essere il motore del cambiamento, promuovendo una cultura inclusiva e un coinvolgimento diffuso.
Progetta in maniera partecipativa. Il tema Diversity, Equity, Inclusion in azienda deve essere orizzontale e condiviso: è importante adottare una modalità di lavoro partecipativa fin dall'inizio, a partire dalla fase progettuale. Questo è un momento nodale, in cui le policy si trasformano in procedure, strumenti utili, iniziative concrete. Formazione a vari livelli, progetti in partnership con il terzo settore, gruppi di ambasciatori interni, campagne di comunicazione: le possibilità sono infinite.
Misura i progressi (ma anche gli stalli). Rendicontare dà trasparenza e concretezza ai progetti, ma soprattutto permette di allineare la strategia e verificare il buon funzionamento delle attività in corso. I processi di reporting sono fondamentali per le certificazioni e la conformità normativa, aspetti sempre più centrali sul mercato. Utilizza quindi indicatori chiari e rilevanti per la tua organizzazione per valutare l'impatto delle azioni intraprese e apportare eventuali correttivi.
Comunica sempre. La comunicazione è uno strumento indispensabile per cambiare la cultura aziendale e renderla davvero trasformativa. Perché sia efficace, corretta e consapevole, deve essere presente in tutte le fasi del processo DEI e basarsi sull'ascolto continuo. Evitare il "washing" è cruciale: l'azienda deve diventare un'ambasciatrice autentica del brand activism, promuovendo una cultura inclusiva in modo trasparente e credibile, cioè basato sui fatti e sulle questioni davvero rilevanti.