Carewashing, quando l'attenzione al benessere del lavoratore sono solo parole

Il termine carewashing descrive la discrepanza tra le dichiarazioni aziendali sul benessere dei dipendenti e la realtà delle loro esperienze lavorative. Scopriamo cosa significa, le sue cause e conseguenze, e come evitarlo

Di Simona Politini

Dizionario della Sostenibilità - Pubblicato il 10-12-2024

Il termine carewashing indica il divario tra le affermazioni delle aziende sul benessere dei propri dipendenti e la realtà delle condizioni lavorative che questi ultimi vivono. Questo fenomeno è emerso in un contesto in cui le aziende, pur investendo risorse significative nel welfare, non riescono a tradurre tali sforzi in un reale miglioramento della salute e del benessere dei lavoratori.

Una recente ricerca Gallup condotta nel marzo 2024 su 151 Chief Human Resource Officer (CHRO) di grandi aziende rivela che quest'anno il benessere è tra le massime priorità organizzative per un CHRO su quattro (23%). Tuttavia, nonostante gli sforzi dei datori di lavoro, i cambiamenti apportati all'organizzazione non hanno ancora fatto la differenza nella forza lavoro nel suo complesso. La percentuale di dipendenti che concordano fermamente che la loro organizzazione si preoccupi del loro benessere generale ha raggiunto un minimo storico del 21% all'inizio del 2024.

A seguire esploriamo cos'è il carewashing, le cause e le conseguenze, evidenziando l'importanza di un approccio autentico al benessere dei dipendenti.

Che cos'è il carewashing?

Parte delle pratiche denominate ESG-washing, il carewashing è una forma di marketing fuorviante in cui le aziende promuovono iniziative di benessere senza un reale impegno verso il miglioramento delle condizioni lavorative. Le aziende possono offrire programmi come corsi di mindfulness o sessioni di yoga, ma se questi non sono accompagnati da un monitoraggio effettivo e da un supporto concreto, i dipendenti possono percepire queste iniziative come superficiali e inefficaci.

Impatti negativi del carewashing

Diminuzione della fiducia. La mancanza di coerenza tra le politiche aziendali e le esperienze quotidiane dei dipendenti porta a una crescente sfiducia nei confronti del management. Il 79% dei dipendenti ritiene che la propria azienda non si preoccupi realmente del loro benessere.

Aumento dello stress. I lavoratori segnalano livelli crescenti di emozioni negative sul posto di lavoro, con il 41% che riporta esperienze di stress quotidiano. Questo può portare a un aumento dell'assenteismo e della rotazione del personale.

Calo del tasso di retention. Le aziende che non riescono a dimostrare un vero impegno per il benessere dei dipendenti rischiano di perdere talenti. Secondo Gallup, i dipendenti che percepiscono una cura autentica per il loro benessere sono significativamente meno propensi a cercare nuove opportunità lavorative.

Cause del carewashing

Le cause del carewashing affondano le loro radici in una combinazione di pressioni esterne e mancanza di pianificazione interna. Oggi le aziende sono sempre più incentivate a dimostrare un impegno concreto verso il benessere dei propri dipendenti, specialmente in un contesto in cui la salute mentale è una priorità crescente sia per i lavoratori che per la società. Tuttavia, questo impegno spesso si traduce in iniziative che mancano di sostanza e di una strategia ben definita.

In molti casi, come ci spiega Marika Delli Ficorelli, Head of HR di Zeta Service, le aziende implementano programmi di benessere che appaiono promettenti sulla carta ma che non riescono ad affrontare le reali esigenze dei dipendenti o le problematiche strutturali presenti nei luoghi di lavoro. Si tratta di interventi superficiali che, pur offrendo un’immagine positiva dell’azienda all’esterno, non riescono a migliorare significativamente la vita lavorativa. La progettazione di questi programmi avviene spesso senza il coinvolgimento diretto dei lavoratori, il che porta a una scarsa comprensione delle sfide quotidiane che essi affrontano.

Un’altra problematica ricorrente è la mancanza di un adeguato monitoraggio e valutazione continua delle iniziative. Molte aziende non misurano l’efficacia delle azioni intraprese né raccolgono feedback regolari dai dipendenti per comprendere l’impatto reale di tali programmi. Questa assenza di controllo rende difficile apportare miglioramenti o individuare tempestivamente eventuali carenze, limitando così la capacità delle iniziative di portare benefici concreti e duraturi.

In definitiva, il carewashing emerge quando l’attenzione al benessere diventa più un esercizio di immagine che un autentico impegno a migliorare la qualità della vita lavorativa, generando disillusione tra i dipendenti e minando la fiducia nei confronti dell’azienda.

Come evitare il carewashing

Creare una cultura aziendale centrata sul benessere significa non solo prendersi cura dei dipendenti, ma anche costruire un’organizzazione più forte e sostenibile. Dal top management alla prima linea, il benessere deve diventare una priorità condivisa e praticata quotidianamente; questo perché, un’attenzione autentica al benessere non solo migliora la qualità della vita dei dipendenti, ma genera risultati aziendali tangibili.

Per evitare il carewashing e costruire dunque una cultura aziendale autenticamente orientata al benessere, secondo gli esperti Gallup, le aziende devono:

Coinvolgere i dipendenti. Chiedere feedback sui programmi di benessere e coinvolgere i dipendenti nella creazione di iniziative può aumentare l'efficacia e la partecipazione. Quando i dipendenti percepiscono che l’azienda si preoccupa del loro benessere:

  • sono 4,4 volte più coinvolti nel lavoro,
  • sono 7 volte più propensi a raccomandare l’azienda,
  • hanno il 73% in meno di probabilità di soffrire di burnout,
  • il 53% è meno incline a cercare un nuovo lavoro,
  • hanno il 50% in più di probabilità di prosperare nella vita.

Adottare un approccio olistico. Considerare tutti gli aspetti del benessere – fisico, mentale e sociale – per creare un ambiente di lavoro sano e produttivo.  Per promuovere una cultura del benessere, è necessario affrontare tutti e cinque gli elementi interconnessi identificati dalla ricerca Gallup su oltre 150 paesi: benessere professionale, sociale, fisico, finanziario e comunitario. Tuttavia, solo una minoranza dei dipendenti (tra il 6% e il 15%) ritiene che il proprio datore di lavoro stia agendo concretamente su ciascuno di questi aspetti. La buona notizia è che il benessere professionale, essendo il più determinante per il benessere generale, rappresenta un ottimo punto di partenza. I leader dovrebbero considerare il lavoro come un elemento chiave per una vita significativa, anziché come un obiettivo in conflitto con il benessere.

Integrare il benessere nelle conversazioni manageriali. I manager rappresentano il principale punto di contatto tra azienda e dipendenti e giocano un ruolo cruciale nel bilanciare lavoro e vita privata. Tuttavia, solo il 36% dei dipendenti ha discusso del proprio benessere con un superiore, mentre le conversazioni con i colleghi sono ancora meno frequenti (29%). Incoraggiare dialoghi regolari sul benessere può rafforzare il senso di cura da parte dell’organizzazione. Anche senza essere esperti di salute mentale, i manager possono:

  • promuovere risorse e benefit disponibili,
  • facilitare iniziative legate ai cinque elementi del benessere,
  • dimostrare ascolto e attenzione ai bisogni personali dei dipendenti.

Monitorare i risultati. Implementare sistemi per valutare l'impatto delle iniziative sul benessere dei dipendenti è cruciale per garantire che gli sforzi siano efficaci.

 


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