Dalla raccolta dei dati alla revisione: come l’elicitazione abilita una rendicontazione ESG affidabile e conforme alle normative europee

L’articolo esplora il ruolo dell’elicitazione come fondamento per una rendicontazione ESG solida e conforme alle nuove direttive europee analizzando le fasi operative, l’integrazione normativa e l’importanza della revisione indipendente

Di Giacomo Dalseno, Dottore Professore Revisore Legale

Buone Pratiche - Pubblicato il 08-05-2025

L'elicitazione è un processo fondamentale per una rendicontazione di sostenibilità efficace e credibile nel complesso scenario normativo europeo. Si tratta di un insieme strutturato di tecniche e metodologie per identificare, raccogliere e organizzare le informazioni necessarie a rendicontare in modo efficace e trasparente gli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) di un'organizzazione. 

L'elicitazione richiede un approccio metodologico rigoroso, l'identificazione chiara delle informazioni rilevanti, una raccolta dati sistematica e affidabile, una classificazione organizzata e una validazione accurata. L'integrazione con le normative europee (CSRD, ESRS, SFDR, Tassonomia UE) e l'adozione di standard riconosciuti (GRI, SASB) sono essenziali per garantire comparabilità e trasparenza. In questo contesto, il ruolo del revisore legale della sostenibilità è fondamentale per verificare la correttezza e la completezza dell'informativa ESG, rafforzando la fiducia degli stakeholder.  

Approfondiamo qui il tema.

Il processo di elicitazione ESG in 4 step: dalla definizione alla validazione

L'elicitazione si configura come la fase preliminare e sostanziale in cui si gettano le basi per una rendicontazione di sostenibilità robusta. Si tratta di un processo metodologico finalizzato a far emergere in modo sistematico gli aspetti chiave di sostenibilità attraverso quattro fasi fondamentali: identificazione, raccolta, classificazione e organizzazione delle informazioni, seguite dalla cruciale validazione e verifica. 

  1. 1. Identificazione delle informazioni rilevanti. La prima fase consiste nel definire quali informazioni siano effettivamente rilevanti per la rendicontazione di sostenibilità. Non si tratta solo di dati storici, ma anche di previsioni su sfide future, rischi e opportunità legati ai fattori ESG. L'elicitazione, in questa prospettiva, determina le priorità informative: quali dati raccogliere, come aggregarli e strutturarli per la rendicontazione successiva. Queste informazioni possono spaziare dai dati ambientali (emissioni, consumi energetici, gestione rifiuti) ai dati sociali (politiche del lavoro, diritti umani, rapporti con le comunità) e di governance (principi etici, composizione organi amministrativi, sistemi di controllo). Le fonti da cui attingere sono molteplici, sia interne (procedure operative, database aziendali) che esterne (linee guida europee, benchmark di settore, feedback degli stakeholder). L'analisi dei processi aziendali, delle politiche interne e degli obiettivi strategici in tema ESG, unita alla consultazione degli standard normativi europei (ESRS e SFDR) e al coinvolgimento degli stakeholder primari, sono passaggi cruciali in questa fase.
  2. Raccolta delle informazioni. Una volta identificate le informazioni necessarie, si procede alla raccolta. Questo processo richiede l'utilizzo di metodologie e strumenti specifici per assicurare l'accuratezza e la completezza dei dati. Software di gestione dei dati ESG, questionari mirati rivolti ai responsabili di funzione e interviste sono alcuni degli strumenti impiegati. Anche il ricorso a banche dati pubbliche e statistiche di settore può fornire utili elementi di benchmarking. È fondamentale identificare chiaramente le funzioni interne deputate alla raccolta e alla verifica preliminare dei dati, definendo procedure e responsabilità, aspetto cruciale per un efficace controllo interno. 
  3. Classificazione e organizzazione. Le informazioni raccolte, spesso eterogenee, devono essere sistematicamente classificate e organizzate. Gli ESRS offrono una struttura di riferimento essenziale, guidando la suddivisione dei dati in categorie ambientali, sociali e di governance, in linea con la Tassonomia UE. L'organizzazione può avvenire anche per aree d'impatto specifiche, come energia, gestione risorse idriche, diritti umani o etica. L'utilizzo delle linee guida ESRS garantisce la comparabilità e l'affidabilità dei dati. 
  4. Validazione e verifica. Questa fase è fondamentale per garantire la veridicità, coerenza e tempestività delle informazioni che verranno pubblicate, riducendo il rischio di "greenwashing". La validazione e verifica implicano l'esame e il test dei dati raccolti e organizzati. Strumenti e metodologie includono audit interni ESG, revisioni indipendenti da parte di revisori legali secondo standard di assurance (es. SSAE Italia e ISSA 5000) e rapporti di conformità. La presenza di un solido sistema di controllo interno e il ruolo attivo dei revisori legali della sostenibilità sono essenziali per garantire un adeguato livello di assurance. 

Le 4 fasi del processo di elicitazione ESG

Metodologia sistematica e indicatori chiave di un piano di elicitazione efficace

Per garantire un reporting ESG adeguato e conforme alle normative (es. CSRD, ESRS), è indispensabile adottare una metodologia sistematica che si basi su un "piano di elicitazione" ben definito. Questo piano stabilisce la tipologia di dati da raccogliere, le fonti, gli strumenti e le responsabilità. 

In linea con i principi dello standard adottato (es. ESRS della CSRD, ma anche GRI e SASB), il piano deve assicurare la tracciabilità e l'affidabilità delle informazioni e la coerenza con le rendicontazioni precedenti

La robustezza del sistema di elicitazione dipende in larga misura dalla definizione di Indicatori Chiave di Performance (KPI) chiari, misurabili e confrontabili nel tempo e tra diverse realtà aziendali. I KPI vengono scelti in coerenza con i requisiti ad esempio degli ESRS, SFDR e Tassonomia. Semplici esempi includono l'intensità delle emissioni di carbonio, la percentuale di energia rinnovabile utilizzata o il tasso di incidenti sul lavoro. La definizione SMART (Specifici, Misurabili, Attuabili, Rilevanti, Temporalmente definiti) è fondamentale per l'efficacia dei KPI.

Dopo la raccolta, i dati devono essere sottoposti a processi di "data cleaning" per individuare anomalie e incoerenze. L'analisi dei dati raccolti trasforma i dati grezzi in informazioni strategiche. Tecniche quantitative e qualitative permettono di identificare trend, correlazioni e di valutare le performance rispetto agli obiettivi prefissati e agli obblighi normativi. 

Integrazione normativa e ruolo del revisore legale della sostenibilità

L'elicitazione non è un processo isolato, ma si integra strettamente con il quadro normativo europeo. La CSRD impone l'obbligo di rendicontazioni approfondite e verificate per un numero selezionato di imprese. Gli ESRS forniscono le indicazioni precise per la struttura dei dati e la definizione degli indicatori.  La SFDR richiede trasparenza agli operatori finanziari sull'integrazione dei rischi di sostenibilità, influenzando la necessità per le imprese di fornire dati adeguati ai finanziatori. Il Regolamento sulla Tassonomia UE classifica le attività economiche sostenibili, richiedendo alle aziende di evidenziare la quota di attività conformi. 

L'elicitazione è quindi lo strumento che consente di raccogliere le informazioni necessarie per soddisfare queste prescrizioni
In questo scenario, il revisore legale della sostenibilità assume un ruolo di crescente importanza. La sua funzione è verificare che il processo di elicitazione e la conseguente definizione degli indicatori rispondano ai principi di completezza, coerenza e chiarezza. Ciò prevede l'accertarsi che non vengano omessi aspetti rilevanti, che gli indicatori siano definiti e calcolati in modo uniforme e che il sistema di controllo interno sia adeguato e conforme alle normative vigenti (es. CSRD, ESRS, SFDR, Tassonomia). Il revisore contribuisce così a garantire la credibilità del report di sostenibilità

Vantaggi di un Sistema di Gestione per la Sostenibilità nel processo di elicitazione

L'implementazione di un Sistema di Gestione per la Sostenibilità (SGS) offre numerosi vantaggi anche nel processo di elicitazione dei requisiti di sostenibilità per il reporting ESG.

  • Vantaggi organizzativi: un SGS porta alla standardizzazione dei processi, migliorando l'efficienza operativa attraverso la riduzione di sprechi e inefficienze. Contribuisce alla riduzione dei rischi e delle non conformità, garantendo l'allineamento alle normative europee e favorendo una cultura interna orientata alla sostenibilità. 
  • Vantaggi nella gestione dei dati: un SGS centralizza le informazioni, elimina i silos informativi e migliora la tracciabilità e verificabilità dei dati. Assicura la qualità e l'affidabilità dei dati e permette l'automazione dei processi di reporting. 

Il ruolo della tecnologia nel processo di elicitazione e rendicontazione della sostenibilità

Le tecnologie emergenti giocano un ruolo sempre più strategico nel rafforzare l'elicitazione e la rendicontazione di sostenibilità. L'Internet of Things (IoT) consente la raccolta in tempo reale di dati ambientali e di sicurezza. L'Intelligenza Artificiale (IA) supporta l'analisi di grandi volumi di dati, l'identificazione di trend e le analisi predittive. La Blockchain garantisce la tracciabilità e la trasparenza nella catena di fornitura. Piattaforme di Data Analytics integrano e aggregano le informazioni, semplificando l'elicitazione e il reporting ESG.

 

 


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