Le società quotate italiane stanno registrando progressi notevoli in due ambiti oggi più che mai cruciali: la sostenibilità e, più nello specifico, la parità di genere. Alla fine del 2023, la quota di incarichi di amministrazione esercitati da donne ha raggiunto il 43%, frutto dell'applicazione della legge sulle quote di genere. Parallelamente, l'adozione dei comitati endoconsiliari per la sostenibilità è cresciuta, riflettendo un impegno sempre più forte verso i principi ESG e una governance più inclusiva.
A confermarlo sono i dati dell’ultima Rapporto sulla corporate governance delle società quotate italiane 2023, pubblicata dalla Consob.
Cresce la parità di genere nei CdA
Il crescente interesse per l'insieme tematico sintetizzato nell'acronimo ESG (Environmental, Social and Governance, ovvero ambiente, sociale e governance aziendale) si riflette nell'aumento dei cosiddetti comitati endoconsiliari, istituiti all'interno dei Consigli di Amministrazione. Di particolare rilievo è la diffusione sempre più ampia del comitato sostenibilità: negli ultimi 5 anni, infatti, il numero di emittenti che istituisce il comitato sostenibilità è notevolmente aumentato, passando dalle 45 società registrate nel 2017 alle 123 conteggiate a fine 2022 (in altre parole una crescita che va dal 61,3% al 94,5% della capitalizzazione).
In parallelo si rafforza sempre più anche la presenza di quote rosa nei consigli di amministrazione (CdA) e nei consigli di sorveglianza delle società quotate. Alla fine del 2023, infatti, la presenza femminile ha toccato i valori massimi del 43,1% negli incarichi di amministratore e del 41,3% in quelli di componente dell’organo di controllo. In entrambe i casi, dunque, la soglia minima del 40% per cento prevista dalla legge n. 160/2019 è stata non solo raggiunta ma anche superata. Inoltre le donne sono presenti in 32 consigli di amministrazione (15% del totale) e 51 organi di controllo (24%) il che rende il genere femminile ugualmente o più rappresentato rispetto a quello maschile. Infine, nei comitati endoconsiliari, tra i quali anche quelli dedicati nello specifico alla sostenibilità, le donne sono presenti nel 60% dei casi. In generale i dati mostrano, in media, una presenza femminile pari a 4,1 donne in ciascun board, valore che aumenta tra le società a medio-alta capitalizzazione e in quelle attive nel settore finanziario.
Va segnalato, inoltre che l’attenuazione degli squilibri di genere ha comportato, dal 2011 alla fine del 2022, un particolare innalzamento del livello di istruzione e una diversificazione dei background professionali negli organi di vertice.
Nonostante questi traguardi, il lavoro che le imprese quotate italiane, ma non solo, devono compiere per diminuire ulteriormente il gap della parità di genere è ancora molto, dato che i ruoli più alti sono ancora prevalentemente occupati da uomini. Infatti, le donne raramente ricoprono il ruolo di amministratore delegato o di presidente dell’organo amministrativo. Parlando in numeri le quote rosa AD sono presenti in 20 società, perlopiù di piccole dimensioni (rappresentative del 4,6% della capitalizzazione di mercato); mentre in 31 società è affidata a una donna la presidenza del board (rappresentative del 12,8% della capitalizzazione complessiva).Va sottolineato, però che quest’ultimo dato, sebbene ancora basso, è in aumento rispetto a quanto registrato nel 2019, rispettivamente 17 e 26.
In ultimo dal rapporto Consob emerge che la titolarità di incarichi di amministrazione in più di un emittente quotato (interlocking), che riguarda il 28,9% delle donne a fine 2023, sebbene risulti più marcata di quella riferita agli amministratori uomini, mostra una flessione che sta interessando gli anni più recenti, dopo il dato massimo raggiunto nel 2019 (quando tale fenomeno interessava il 34,9% delle donne nei consigli di amministrazione).