Piano Transizione 5.0, il fondo per la transizione digitale ed ecologica delle imprese

Approvato il decreto-legge che introduce il Piano Transizione 5.0 che mette a disposizione 13 miliardi di euro per le imprese italiane

Di Arianna De Felice

Bandi e Call - Pubblicato il 28-02-2024

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto-legge con le ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che introduce il nuovo "Piano Transizione 5.0" realizzato su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. L'obiettivo del programma è quello di aiutare le imprese a sostenere gli investimenti nella digitalizzazione e nella transizione green attraverso un innovativo schema di crediti d'imposta.

Il Piano transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 ha stanziato un totale di circa 13 miliardi di euro (6,3 nella nuova normativa che vanno ad aggiungersi ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio) per il biennio 2024-2025 destinati alla  transizione digitale e green delle imprese italiane.

"Il Piano Transizione 5.0 è architrave della nostra politica industriale, per consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy", ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Le agevolazioni e come accedervi

Il Piano prevede agevolazioni negli investimenti in beni materiali e immateriali (purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell'unità produttiva pari almeno al 3% o al 5% se calcolata sul processo interessato dall'investimento), ma anche in nuovi beni strumentali necessari all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all'acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Andando a vedere nel dettaglio, 3,78 miliardi sono destinati ai beni strumentali; 1,89 sono relativi all'autoconsumo e autoproduzione di energia da fonti rinnovabili mentre 630 miliardi andranno nella formazione.

La novità del Piano di Transizione 5.0 rispetto al modello 4.0, è che ora l'incentivo sarà differenziato in relazione al risparmio energetico ipotizzato e, nello specifico, il bonus sarà pari: dal 35% al 25% per investimenti fino a 2,5 milioni dal 35% al 45%; dal 15% al 25% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni; dal 5% al 15% tra 10 e 50 milioni. Solo in caso di una riduzione dei consumi energetici superiore al 6% e 10%, il tax credit potrà raggiungere il 40% o il 45%.

Le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un'unica rata. L'eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.

Le agevolazioni riguarderanno tutte le imprese, senza alcuna valutazione preliminare e senza distinzione di dimensione e settore. L'unico patto che devono mantenere è quello di impegnarsi a effettuare nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici.

Per ottenere l'agevolazione le imprese devono inviare una richiesta telematica con il modello standardizzato fornito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) unita a una descrizione del progetto compreso di costo complessivo oltre che tutta la documentazione prevista dal comma 11 dell’articolo 38 della legge 232/2016. 

Quando il GSE avrà passato al vaglio la documentazione invierà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy l'elenco delle aziende che potranno ricevere l'agevolazione e il relativo importo.


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