La sostenibilità è ormai un obiettivo primario in ogni ambito, inclusa la sanità, dove anche i più piccoli dispositivi possono avere un impatto ambientale significativo. Nel Friuli Venezia Giulia, il progetto "Recupera e Respira", ideato e promosso da Chiesi Italia e Federfarma, con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia e il patrocinio di FIMMG, SNAMI e FOFI, e con la collaborazione della società di coordinamento e raccolta dei resi farmaceutici Assinde, rappresenta un modello di sostenibilità virtuoso. Dal suo avvio nel 2022, questa iniziativa ha raccolto e smaltito oltre 73 mila inalatori usati per trattare patologie respiratorie come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Questo progetto non solo ha dato vita a un sistema di raccolta per i dispositivi medici esausti, ma ha contribuito alla creazione di una vera e propria economia circolare nel settore sanitario. La raccolta ha coinvolto circa 360 farmacie del territorio, trasformandole in centri di riferimento per la gestione sostenibile degli inalatori usati.
La strategia di Chiesi Italia per la sostenibilità
Il gruppo biofarmaceutico Chiesi, promotore del progetto, è da anni impegnato nella sostenibilità. La sua missione di diventare carbon neutral entro il 2035 si traduce in azioni concrete come l'adozione di una gestione circolare dei rifiuti generati dai prodotti, come gli inalatori, che sono classificati come gas serra per il contenuto di propellenti HFA. Anche se i propellenti degli inalatori rappresentano meno dello 0,1% delle emissioni globali di gas serra, Chiesi ha deciso di intervenire con il progetto "Recupera e Respira" per eliminare queste emissioni residue.
A dimostrazione del suo impegno ambientale, Chiesi ha modificato il proprio statuto in Società Benefit in Italia, Stati Uniti e Francia e ha ottenuto la certificazione B Corp nel 2019, consolidando il proprio impegno verso una sostenibilità sociale, economica e ambientale.
Un successo crescente: i risultati di "Recupera e Respira"
Dal settembre 2022, il progetto ha registrato un notevole incremento dei dispositivi raccolti, passando dai 30.255 inalatori del primo anno ai 43.469 raccolti nel secondo anno. Con un incremento del tasso di recupero dal 22,6% al 27,3%, la crescita dimostra l’efficacia dell’iniziativa e il crescente impegno dei cittadini verso un corretto smaltimento dei farmaci usati. Questo aumento è dovuto anche al rafforzamento della collaborazione con le farmacie locali, che si sono trasformate in veri e propri punti di sensibilizzazione per la popolazione.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito alla creazione di un modello virtuoso che ha coinvolto l’intera filiera della salute e i risultati raggiunti finora ci spingono a continuare anche nel 2025", commenta Raffaello Innocenti, CEO & Managing Director Chiesi Italia.
Il processo di smaltimento, da problema a risorsa
I dispositivi raccolti vengono termovalorizzati in impianti certificati a temperature superiori ai 1.100°C, che rendono inerti tutti i componenti. Questo processo non solo riduce l'impatto ambientale dei gas serra HFA, ma consente anche la generazione di energia elettrica per la rete regionale. L’iniziativa dimostra come, anche nel settore sanitario, sia possibile creare un sistema di gestione dei rifiuti orientato alla sostenibilità, trasformando un problema ambientale in una risorsa per la comunità.
Un’alleanza tra istituzioni e cittadini per una nuova cultura della sostenibilità
Il successo del progetto si basa sulla collaborazione tra diversi attori del settore sanitario e la partecipazione attiva dei cittadini. Un modello virtuoso, che sensibilizza la popolazione a un corretto smaltimento dei rifiuti e contribuisce a limitare l'inquinamento atmosferico generando energia sostenibile.
Anche i farmacisti locali, supportati da Federfarma, hanno giocato un ruolo cruciale, sia nel promuovere il progetto sia nel sensibilizzare la comunità. Come spiegato dal presidente di Federfarma, Marco Cossolo, il farmacista è sempre più un presidio di prossimità per la salute pubblica e un ambasciatore della sostenibilità. Grazie alla fiducia che lega il cittadino alla farmacia, i farmacisti possono facilitare un cambio culturale, promuovendo comportamenti responsabili verso l’ambiente.
"One Health": la salute come responsabilità collettiva
Il progetto "Recupera e Respira" riflette l’approccio "One Health", che sottolinea la connessione tra salute umana e ambientale. Secondo Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), questo approccio è fondamentale per affrontare le sfide globali della salute. L’iniziativa di Chiesi Italia dimostra come sia possibile integrare la sostenibilità nelle politiche sanitarie, promuovendo un circolo virtuoso tra ambiente e salute e coinvolgendo tutta la filiera della salute, dai medici ai farmacisti, fino alle istituzioni e ai cittadini.
"Recupera e Respira", un modello da replicare
Il successo di "Recupera e Respira" offre uno spunto importante per il futuro delle politiche sanitarie e ambientali. Grazie alla partecipazione della comunità e all’impegno dei professionisti della salute, è stato possibile ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi medici, creare energia sostenibile e sensibilizzare il pubblico sulla gestione dei rifiuti. Questo modello di economia circolare potrebbe ispirare progetti simili in altre regioni italiane, contribuendo a una gestione più sostenibile dei rifiuti sanitari.