Dalla vigna alla vigna, il cuore pulsante della sostenibilità di Caviro

Un modello virtuoso di economia circolare che mostra come generare valore dal recupero degli scarti. Un’eterna promessa d’amore tra l’azienda e la sua terra

Di Arianna De Felice

Company - Pubblicato il 24-07-2024

Dalla vigna alla vigna non è solo un progetto di economia circolare, è una dichiarazione d'amore per la terra attraverso la quale Caviro ci insegna che per ogni fine c’è un nuovo inizio, che ogni scarto può diventare una risorsa preziosa anche per gli altri, che il cerchio della vita è un ciclo perfetto dove nulla si perde e tutto si trasforma.

Dalla vigna alla vigna, il progetto di economia circolare di Caviro

Dalla terra nasce tutto, ogni vite, ogni grappolo, ogni singolo chicco d'uva. E da qui parte anche il viaggio di "Dalla vigna alla vigna", un viaggio che non conosce spreco, solo rinascita. Gruppo Caviro − una tra le più grandi cantine vitivinicole d’Italia con circa 11.000 viticoltori, 28 soci di cui 26 cantine sociali distribuite in 7 regioni d'Italia per un totale di 37.500 ettari pari a oltre 600.000 tonnellate di uva prodotta all’anno (l’8,5% dell’uva italiana) e un fatturato superiore ai 420 milioni di ricavi −, attraverso la società controllata Caviro Extra e la joint venture con il Gruppo Hera, Enomondo, ha dato vita a un progetto di economia circolare che trasforma gli scarti vitivinicoli e agroalimentari in risorse preziose.

Immaginate un grappolo d’uva. Una volta spremuto per il suo succo, ciò che rimane – vinacce, fecce, bucce – non viene scartato. Al contrario, viene raccolto, lavorato e trasformato. Da questi scarti nascono fertilizzanti naturali e prodotti nobili come l'alcol, l'acido tartarico e vari estratti, utili non solo nel mondo vitivinicolo, ma anche in quello farmaceutico e agroindustriale. E energia. Una centrale termoelettrica cogenera energia termica ed elettrica utilizzando biomasse solide prevalentemente di origine rinnovabile (vinacce esauste, potature della manutenzione del verde, CSS e sovvalli). L'energia termica rende completamente autosufficiente il sito produttivo di Faenza, mentre l'energia elettrica oltre a soddisfarne interamente le esigenze, viene immessa in rete per la pubblica utilità. 

Un progetto, Dalla vigna alla vigna, che dimostra il suo valore registrando una costante crescita anno dopo anno. Basta dare uno sguardo ai numeri riportati all’interno del Report di Sostenibilità del Gruppo Caviro 2023 dal quale emerge come delle oltre 600.000 tonnellate di scarti che Caviro ha processato, più del 99% è stato recuperato. Nel grande cerchio della vita, infatti, gli scarti si rigenerano in 250.000 tonnellate di prodotti destinati a nuovi utilizzi: fertilizzanti naturali, prodotti nobili, materiali per l'industria. E il restante viene trasformato in energia: 150 GWh di energia che si traduce in 77 GWh di energia elettrica, 14 GWh di energia termica e 57 GWh di biocarburanti. Un ciclo che permette di risparmiare circa 82.000 tonnellate di CO₂, che altrimenti verrebbero disperse nell'ambiente. Il risultato totale è che solo lo 0,4% degli scarti in entrata va a smaltimento finale.

Sempre in un’ottica di economia circolare, Caviro Extra si occupa anche di catturare e stoccare la CO₂ che si concentra durante il processo di produzione del biometano attraverso la purificazione del biogas generato all’interno dei digestori anaerobici dello stabilimento faentino. Dopo essere stata trattata, l’anidride carbonica liquefatta viene consegnata al mercato alimentare per essere destinata prevalentemente al settore delle bevande gassate. Si tratta di una CO₂ di natura organica e rinnovabile che, sebbene possa essere immessa nell’atmosfera, Caviro ha scelto di recuperare per darle una seconda vita come prodotto nobile. Tale processo non solo assicura un ritorno economico, dunque lavoro e occupazione, ma al contempo migliora le condizioni dell’ambiente.


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