I boschi rappresentano un elemento cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici, grazie alla loro capacità di assorbire CO₂ e mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Per questo riuscire a preservarli da incendi o altre catastrofi è più che mai fondamentale. in questo contesto anche le imprese posso giocare un ruolo chiave, come Sorgenia con il suo progetto Rigenera Boschi.
Rigenera Boschi, il progetto di Sorgenia per la salvaguardia delle foreste
L'Italia conta oltre 11 milioni di ettari di superficie boschiva, che è aumentata in dieci anni di circa 587.000 ettari, arrivando così a ricoprire il 36,7% del territorio nazionale. Di pari passo all'aumentare delle aree boschive vi è la crescita della capacità di immagazzinare la CO₂, passata dai 490 milioni di tonnellate di 16 anni fa ai 569 milioni di tonnellate del 2021, per una crescita totale del 16%.
“Le foreste sono importanti alleate nel mitigare il cambiamento climatico e nel proteggerci dal dissesto idrogeologico. Per assicurarci che questo bene comune continui a regalarci benefici ambientali, economici e sociali resistendo alle pressioni della crisi climatica, occorre gestirlo con cura: dobbiamo conoscerne lo stato di salute, capire come risponde agli stress climatici e come possiamo aumentarne resilienza e stabilità. Questo è esattamente lo scopo di Rigenera Boschi, un progetto con il quale vogliamo promuovere la difesa dell’ecosistema e continuare a dar vita a iniziative di tutela del territorio”, ha dichiarato Michele De Censi, Amministratore Delegato di Sorgenia.
Il progetto Rigenera Boschi è composto da due anime. La prima è un progetto scientifico, coordinato da Giorgio Vacchiano, docente di Gestione e Pianificazione Forestale presso l'Università degli Studi di Milano, che si basa sui dati ottenuti dai Tree-Talkers, ovvero i sensori applicati agli alberi. Grazie alla tecnologia IoT al loro interno riescono a monitorare in tempo reale lo stato di salute delle piante, la loro fisiologia, l’intensità della fotosintesi, la rapidità della loro crescita e il modo in cui reagiscono a eventuali eventi climatici intensi. I sensori sono stati posti in due aree distinte della foresta potendo così monitorare le differenze dei due approcci: da una parte vi è un'area dove la foresta cresce in autonomia senza interventi umani mentre dall'altra vi sono continui interventi.
I boschi scelti da PEFC Italia, l’organizzazione internazionale che promuove la certificazione delle foreste per il progetto scientifico, sono il Parco Nord Milano in Lombardia, il bosco di Forlì-Bertinoro in Emilia-Romagna, l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere in Toscana, il Parco Naturale Regionale Bosco Incoronata in Puglia e il Parco del Pollino che si estende in Basilicata e Calabria.
“Abbiamo supportato questo progetto perché rappresenta un esempio concreto di come le aziende impegnate nella transizione ecologica possono contribuire attivamente a sostenere e promuovere una visione sostenibile del patrimonio boschivo. Le imprese stanno imparando a essere sempre più sostenibili, creando filiere virtuose intorno alle loro attività. La necessità di incrementare i servizi ecosistemici sta promuovendo un cambio prospettico che ci riguarda tutti, dal produttore al consumatore. In questo percorso virtuoso acquista particolare rilevanza anche il processo di certificazione delle foreste, strumento fondamentale per promuovere la gestione sostenibile dei nostri boschi e, al contempo, contrastare il cambiamento climatico", ha commentato Marco Bussone, presidente di PEFC Italia.
L'altra parte del progetto Rigenera Boschi riguarda l'educazione ambientale per i più giovani che avverrà direttamente nelle foreste di sei regioni italiane: Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Basilicata e Calabria.