Italo, strategie e azioni per una mobilità sostenibile in Italia

Dalla riduzione delle emissioni alla gestione dei rifiuti, Italo si impegna per un futuro eco-friendly e per collegare persone e luoghi, anche grazie allo sviluppo di una nuova rete intermodale. Intervista a Fabio Sgroi Direttore Health & Safety della prima impresa ferroviaria privata nel nostro Paese che viaggia a Alta Velocità

Di Simona Politini

People - Pubblicato il 08-02-2024

“Siamo tutti convinti che l’impegno per la sostenibilità sia una condizione necessaria per garantire un futuro migliore e uno sviluppo equo del Paese e delle comunità”. Scrive così Gianbattista La Rocca, Amministratore Delegato di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori, nella lettera indirizzata agli stakeholder che accompagna il Report di Sostenibilità 2022 dove sono riportati i risultati raggiunti dalla prima impresa ferroviaria privata italiana che opera nei trasporti ferroviari ad Alta Velocità.

Per scoprire la sostenibilità di Italo abbiamo incontrato Fabio Sgroi, che dal 2011 ricopre in azienda il ruolo di Direttore Health & Safety.

Il ruolo del trasporto ferroviario per una mobilità sostenibile

Fabio Sgroi

Facciamo prima un passo indietro, però, per cercare di capire che ruolo svolge il trasporto ferroviario di persone e merci nel processo di transizione ecologica. Lo chiediamo a Fabio Sgroi.

«Se si pensa che i trasporti contribuiscono generalmente a 1/3 delle emissioni di CO₂ che vengono prodotte globalmente, appare immediatamente evidente come il trasporto ferroviario ricopra un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. I treni si muovono per energia elettrica, quindi è un'energia pulita, e riescono a spostare quantità di persone non indifferenti rispetto al trasporto privato su gomma e anche rispetto all'aereo. L’arrivo dell’Alta Velocità, poi, ha reso ancora più competitivo il settore, registrando una migrazione di passeggeri dal trasporto aereo verso il trasporto su rotaia che rappresenta ad oggi il modo migliore per spostarsi in Italia tra le maggiori città quali Roma, Milano, Torino, Napoli e verso altre destinazioni, via via comprendendo anche sempre più località del Sud Italia».

Italo, un’azienda dal DNA green

Innovazione e sostenibilità sono due dei valori sui quali si fonda Italo che da quel 28 aprile del 2012, quando il primo treno Italo partì dalla stazione di Napoli Centrale in direzione Milano, ha sempre tenuto fede alla propria missione: offrire servizi viaggiatori sulle linee Alta Velocità che siano sicuri, affidabili e tecnologicamente all’avanguardia.

«Fin dall'inizio Italo ha puntato su treni di moderna concezione, con prestazioni energetiche come plus rispetto ad altri treni. Quindi possiamo affermare che la sostenibilità ambientale è sempre stata al centro delle scelte dell’azienda. Da un qualche anno a questa parte, poi, ci stiamo impegnando maggiormente ad applicare i criteri della sostenibilità anche all’aspetto sociale e di governance», racconta il Manager.

La sostenibilità di Italo per l’ambiente

Quali sono dunque concretamente le azioni di sostenibilità di Italo per la salvaguardia dell’ambiente? 

«Avere a disposizione i treni più efficienti dal punto di vista del risparmio energetico è il primo grande impegno preso da Italo per l’ambiente. 

Da quasi dieci anni poi, sui treni, prima sugli AGV 575 poi sui nuovi ETR.675, sono installati dei misuratori di energia che ci consentono di misurare a un intervallo molto ridotto quanta energia prendiamo dalla rete e conoscere così il nostro livello di emissioni di Scope 2, ovvero quelle connesse all’energia acquistata, acquisita e consumata dalla società. 

A questa reportistica aggiungiamo anche quelle di Scope 1, ovvero le emissioni dirette che derivano da fonti detenute o controllate dall’azienda, che fortunatamente sono pochissime nel nostro caso avendo solo un impianto del consumo di gas per il riscaldamento e l'impianto di manutenzione. 

Infine, da circa due anni, sempre nell'ottica di voler conoscere quale sia la nostra effettiva impronta energetica, abbiamo ampliato i calcoli anche alla catena del valore, ovvero a tutte le attività che concorrono alla produzione dei treni di Italo. Quindi dall’attività di manutenzione, alla sorveglianza dei treni, sino al servizio snack e bevande a bordo treno. Tutte queste attività comportano un consumo di CO₂ e da qualche anno stiamo misurando anche le emissioni ad esse legate che vengono dette di Scope 3

L'obiettivo per il futuro è prima di tutto cercare di diminuire la nostra impronta energetica. Ovviamente possiamo agire sul consumo del treno, e per questo i nostri treni saranno aggiornati con un software di trazione che permette un risparmio energetico. Chiaramente, essendo già treni di livello molto alto, il risparmio sarebbe di pochi punti percentuali, ma è comunque significativo visto le quantità di CO₂ di cui parliamo. Soprattutto però andremo a agire sullo Scope 3 dove la scelta dei fornitori sarà determinante. 

Siamo stati i precursori della valutazione del rischio climatico. Due anni fa abbiamo effettuato una prima valutazione dei rischi e delle opportunità che la nostra impresa può incorrere per via del cambiamento climatico.  

In ultimo, una grande area di intervento su cui ci stiamo impegnando è quella della gestione dei rifiuti. A bordo treno oramai da diversi anni adottiamo la raccolta differenziata. Questa scelta impegna chiaramente i viaggiatori, che devono collaborare nel separare la plastica dall’indifferenziata, e poi impegna l'azienda nella gestione del rifiuto una volta che sono stati svuotati i contenitori a bordo del treno. L'ultimo dato ci permette di dire che riusciamo a differenziare il 58% dei rifiuti prodotti a bordo treno». 

La sostenibilità di Italo per il sociale

E parlando della sostenibilità di Italo per il sociale?

«Tra gli aspetti che hanno per obiettivo la creazione di un ambiente di lavoro sano, positivo e produttivo, un ruolo di primo piano per noi lo ha la sicurezza, sia in termini di incidenti ferroviari, sia in termini di salute. Chiaramente cerchiamo di monitorare e ridurre al minimo gli infortuni che possono avere i dipendenti durante lo svolgimento dei propri compiti nei luoghi di lavoro. A tal fine siamo anche certificati ISO 45001, e questo ci spinge a migliorare costantemente le nostre prestazioni. 

Un altro dei nostri fiori all'occhiello è sicuramente il welfare aziendale. Chi lavora in Italo ottiene tutta una serie di iniziative e convenzioni durante la sua permanenza in azienda, volte al benessere psicofisico e al miglioramento della qualità della sua vita e della propria famiglia che vanno dal supporto psicologico, al Medico Online, all’attivazione di borse di studio per premiare i figli dei dipendenti che hanno tenuto prestazioni scolastiche eccellenti. La nostra azienda si contraddistingue da una popolazione con un'età media molto bassa e chiaramente molti hanno figli ancora in età scolare, quindi la partecipazione è stata elevata e sono state assegnate 21 borse di studio ai figli di dipendenti, chiaramente premiando quelli che hanno ottenuto la votazione maggiore.

Per noi di Italo poi il welfare aziendale ha anche una valenza sociale, perché tutto ciò che facciamo internamente, poi, cerchiamo di estenderlo anche nella comunità esterna. Ad esempio, ritornando sull’importanza del tema della sicurezza, dal 2015 abbiamo installato su tutti i treni della flotta due defibrillatori che, insieme alle competenze acquisite dal personale di bordo nelle manovre di salvataggio, rendono il nostro treno, come si suol dire, “cardioprotetto”. Abbiamo poi offerto una formazione sull’uso dei defibrillatori ai familiari di tutti noi dipendenti. Ora puntiamo a diffonderne l’uso nelle scuole. 

Abbiamo anche formato il nostro personale nella gestione delle micro crisi con un corso costituito da due parti, una prima parte teorica finalizzata a quello che viene detto “disinnesco”, ovvero cercare di non alzare i toni per non suscitare reazioni scomposte da parte del viaggiatore, e una seconda parte invece che è prettamente fisica, in cui vengono date delle istruzioni al nostro personale su come evitare che aggressioni di tipo fisico possano avere delle conseguenze gravi. Anche questa formazione, pensata inizialmente per i dipendenti interni all'azienda, la stiamo portando fuori tra i familiari, e puntiamo alle scuole.

Stiamo anche partecipando a un gruppo di lavoro dell'UIC, l'Organizzazione mondiale delle Ferrovie con sede a Parigi, che riguarda l'accessibilità del treno, dove siamo chiamati a individuare e ripensare tutte le barriere che possono incontrare le persone con disabilità fisiche, ma anche mentali.

Attività di fundraising tra i dipendenti, supporto ad associazioni a scopo benefico, e attività volte alla promozione di eventi sul territorio utile a chi viaggia, sono al centro delle strategie di sostenibilità di Italo».

Una rete intermodale per Italo 

Sostenibilità significa anche consentire lo sposamento di tutte le persone, pure quelle più distanti dai grandi centri urbani dotati di tutti i servizi di trasporto − via aerea, via terra su strada e su rotaie, e magari anche via mare −. Con l’Alta Velocità che attualmente, per motivi diversi, esclude località strategiche come Catania o anche Pompei, le reti intermodali ferro-gomma possono essere una valida risposta per la mobilità del Paese connettendo persone e luoghi. In questa logica rientra l’acquisizione di Itabus da parte di Italo avvenuta nel maggio del 2023.

«Grazie a questa acquisizione abbiamo creato un gruppo intermodale che ci permette di raggiungere località che finora non erano chiaramente raggiungibili da Italo, basti pensare alla Sicilia. Nell’estate 2023 abbiamo offerto con un unico biglietto la possibilità di raggiungere anche la Sicilia, la Calabria e la Puglia, e questo inverno di raggiungere Cortina d’Ampezzo dalle principali città italiane, grazie a 3 viaggi giornalieri andata e ritorno utilizzando la stazione di Venezia Mestre come hub intermodale.

Come per i treni, anche i nostri autobus sono di moderna concezione e quindi, sebbene si muovano con il diesel perché attualmente le modalità green − idrogeno e elettrico − non permettono di coprire le distanze ampie tipiche di Itabus, registrano prestazioni di consumo ridotte. A ciò si aggiungano le cosiddette “emissioni evitate” consentendo alle persone di non dovere utilizzare ognuno i propri mezzi per raggiungere una determinata località. 

Uno degli obiettivi per quest’anno è quello di misurare anche le emissioni di Scope 4, che sono appunto le emissioni evitate, e in questo caso le emissioni che l'utilizzo del combinato treno più autobus evitano rispetto all'uso degli altri mezzi a disposizione».


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